sabato 2 giugno 2012

Basta, mollo tutto e torno all'Isola che non c'è

Come ogni buon studente universitario che si rispetti, mi trovo ormai in pieno periodo pre-esami. Questo dovrebbe comportare, almeno per quanto mi riguarda, l'andare a dormire ad un orario decente in modo tale da potermi alzare presto la mattina senza avere un aspetto vagamente somigliante a quello di uno zombie. Levate pure il "vagamente".


Così, ieri notte, piena di buoni propositi, la nostra prode eroina si è posta un obiettivo: andare a letto alle 23, che, per inciso, per lei vuol dire andare a letto prestissimo, senza perdersi nei meandri di social networks, blog e altre insidie del web. E del suo hard-disk, in cui sono presenti parecchie puntate (vecchie, ahilei) dei più svariati telefilm, che l'accompagnano durante le sue notti d'astinenza dai telefilm più recenti.
La nostra eroina però, ve lo dico in partenza, ha fallito miseramente nel suo intento
Ecco che appena chiude gli occhi, quando sono le 22.54 per la precisione (in certi casi la mia memoria funziona anche meglio di quella di Lexie Grey), ansie e preoccupazioni della giornata - e la sessione esami ormai alle porte - iniziano a comparire e vagare nella sua mente. Infila le cuffie e accende il lettore mp3, sperando invano che questi brutti pensieri scompaiano. Ma niente. Sembra che riescano a sovrastare persino la musica. E allora a quel punto l'eroina è costretta a spegnere anche il suo fedele compagno d'avventure, perchè troppe cose frullano nella sua testa e non riesce a sentire nulla. E allora tanto vale spegnere tutto, chè la batteria si consuma inutilmente.
L'eroina decide di accendere la luce e per un momento pensa che potrebbe mettersi a studiare. I libri di spagnolo giacciono proprio accanto al suo letto. Sembra di sentirli mentre dicono: "Aprici, Laura, aprici e studia. All'esame di spagnolo manca ormai poco!". Ma all'eroina queste bassezze non piacciono; così, per non dare soddisfazione ai suoi amici-nemici, preferisce ignorarli. Ma ecco che il suo sguardo cade per un attimo su un altro libro che giace sul comodino, un libro dall'aria molto più affabile e simpatica di quei saccenti ispanici. Si chiama Peter e Wendy. In un attimo, l'eroina si ricorda tutto: di essere stata nei giardini di Kensington, di essere rimasta chiusa là dentro oltre l'orario di apertura, quando i bimbi vanno via e Peter, le fate e altri buffi personaggi appaiono; si ricorda del suo arrivo all'Isola-che-non-c'è, delle avventure che ha vissuto là con il bambino che non vuole crescere mai. Ora sta nel mondo degli adulti, noiosi, sempre preoccupati, mai curiosi e che non ridono mai. La nostra eroina è decisa: vuole tornare tra i Bimbi Sperduti e gli Indiani e i Pirati. "Peter, insegnami di nuovo a volare e riportami all'Isola-che-non-c'è, ti prego".


Ebbene sì, alla veneranda età di 23 (quasi 24) anni mi ritrovo a leggere le avventure di Peter Pan. E, per inciso, non mi vergogno per nulla :)
Cresciuta a pane e film Disney, Peter è sempre stato uno dei miei personaggi preferiti. In realtà ero follemente innamorata di lui e speravo tanto che l'Isola esistesse davvero. Ma non si può aver tutto dalla vita, lo so. 
La simpatia per Peter mi è rimasta, lo testimoniano il mio bracciale con il suo faccino stilizzato e l'immancabile cappello verde e la mia canotta con lui e Campanellino.
Così ieri, quando il mio buon proposito di andare a letto presto si è rivelato un totale fallimento, ho terminato la lettura di Peter Pan nei giardini di Kensington/ Peter e Wendy.
Dopodichè, i miei occhi imploravano pietà e chiedevano di spegnere tutto e dormire, ma il mio inconscio continuava a intralciare i miei piani.
Insomma, per farla breve, è stata una notte parecchio tormentata, e so per certo che le nottate a venire saranno tutte più o meno come questa appena trascorsa, perchè l'inizio della sessione esami per me significa solo due cose: ansia e insonnia.
Mannaggia a me!
Buon sabato/ 2 giugno a tutti :)

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