sabato 28 aprile 2012

Son viva

Buonasera!
Come succedeva col mio vecchio buon diario, amico di vecchia data caduto in semi-disgrazia con l'avvento di Internet (ma ogni tanto resuscita, il poveretto), ecco che mi ritrovo ad essere scostante anche col blog. E' che qua a Perugia sono giorni un po' febbricitanti!
Eh si, perché mercoledì è iniziato l'International Journalism Festival 2012, imperdibile sia per gli addetti ai lavori sia per gli appassionati di giornalismo, web, twitter, nuovi media e compagnia bella (come direbbe il giovane Holden).
Ho seguito alcuni panels tra ieri e oggi (gli altri giorni le lezioni non permettevano -.-'), che mi hanno trasmesso una carica e un entusiasmo che non provavo da tempo. Ve ne parlerò nei prossimi giorni, postando anche qualche foto. Al momento, son costretta a lasciare questo post fugace e tornare sui libri, che, ahimé, anche aprile è ormai agli sgoccioli O.ò
Buona serata a tutti!

domenica 22 aprile 2012

“You should date a girl who reads"

Uno dei motivi per cui maggiormente adoro il web è che, girovagando, puoi sempre imbatterti in qualche "tesoro" (Si, trovi anche tante cretinate, ma sono le normali controindicazioni, presenti in ogni cosa).
Poco fa una mia amica ha pubblicato su Facebook uno stato, una citazione di una certa Rosemarie Urquico (che dovrebbe essere una scrittrice, ma non la conosco, perciò potrei anche sbagliarmi), che a momenti mi faceva piangere come una fontana. E' un inno alle ragazze-donne che amano leggere. Io personalmente dedicherei tutto il mio tempo alla lettura, impegnata o meno. Mi piace viaggiare con la mente e l'immaginazione, e i libri te lo permettono magicamente.
In effetti, oltre a risolvere i miei problemi di telefilmista anonima, dovrei risolvere anche quelli di bookaholic (si dirà così? Non ne ho idea!). Anche quando sono in viaggio da qualche parte, non riesco a passare davanti ad una libreria e far finta di niente. DEVO entrare. E solitamente non riesco a fare a meno di comprare almeno un libro. Però, tra tutte le dipendenze esistenti, credo che questa sia accettabile, no?
Comunque, ecco qua il testo della Urquico, della quale, pur non conoscendola, mi sono follemente innamorata. Ci sono quegli scrittori, che quando li leggi, sembra che parlino di te. Ecco, io in questo testo mi ci rispecchio tanto. Eccolo tutto per voi :)
Una ragazza che legge

Dai un appuntamento ad una ragazza che legge. 
Dai un appuntamento a una ragazza che spende il suo denaro in libri anziché in vestiti. Lei ha problemi di spazio nell’armadio perché ha troppi libri. Dai un appuntamento ad una ragazza che ha una lista di libri che vuole leggere, che ha la tessera della biblioteca da quando aveva dodici anni. Trova una ragazza che legge. Saprai che lo fa perché avrà sempre un libro ancora da leggere nella sua borsa. 
E’ quella che guarda amorevolmente sugli scaffali di una libreria, quella che tranquillamente emette un gridolino quando trova il libro che vuole. La vedi odorare stranamente le pagine di un vecchio libro in un negozio di libri di seconda mano? 
Questo è il lettore. Non può resistere dall’odorare le pagine, specialmente quando sono gialle.


Lei è la ragazza che legge mentre aspetta in quel caffè sulla strada. Se dai una sbirciatina alla sua tazza, la sua panna non proprio fresca galleggia in superficie perché lei è già assorta. Persa nel mondo dell’autore. Siediti. Potrebbe darti un’occhiataccia, poiché la maggior parte delle ragazze che leggono non amano essere interrotte. 
Chiedile se le piace il libro. Offrile un’altra tazza di caffè. Falle sapere ciò che tu davvero pensi di Murakami. Vedi se sta leggendo il primo capitolo di Fellowship. Cerca di capire che se dice che ha compreso l’Ulisse di Joyce, lo sta solo dicendo perché suona intelligente. 
Chiedile se ama Alice o se vorrebbe essere Alice. E’ semplice dare un appuntamento ad una ragazza che legge. Regalale libri per il suo compleanno, per Natale e gli anniversari. Falle il dono delle parole, in poesia, in musica. Regalale Neruda, Pound, Sexton, Cummings. 
Falle sapere che tu comprendi che le parole sono amore. Capisci che lei sa la differenza che c’è fra i libri e la realtà ma che per dio, lei sta cercando di rendere la sua vita un poco simile al suo libro preferito. 
Se lo fa, non sarà mai colpa tua. Ha bisogno di essere stuzzicata in qualche modo. Mentile. Se comprende la sintassi, capirà che hai la necessità di mentirle. Oltre le parole, ci sono altre cose: motivazione, valore, sfumature, dialogo. Non sarà la fine del mondo. Deludila. Perché una ragazza che legge sa che il fallimento conduce sempre al culmine. Perché le ragazze come lei sanno che tutto è destinato a finire. Che tu puoi sempre scrivere un seguito. Che puoi iniziare ancora e ancora ed essere nuovamente l’eroe. Che nella vita si possono incontrare una o più persone negative. Perché essere spaventati da tutto ciò che tu non sei? Le ragazze che leggono comprendono che le persone, come i caratteri, si evolvono. Eccetto che nella serie di Twilight.

 
Se trovi una ragazza che legge, tienitela stretta. 
Quando la trovi alle due di notte stringere un libro al petto e piangere, falle una tazza di the e abbracciala. Potresti perderla per un paio d’ore ma tornerà sempre da te. Lei parla come se i personaggi del libro fossero reali perché, per un po’, lo sono sempre. Chiedile la mano su una mongolfiera. O durante un concerto rock. O molto casualmente la prossima volta che lei sarà malata. Mentre guardate Skype. Le sorriderai apertamente e ti domanderai perché il tuo cuore ancora non si sia infiammato ed esploso nel petto. Scriverete la storia delle vostre vite, avrete bambini con strani nomi e gusti persino più bizzarri. Lei insegnerà ai bimbi ad amare Il Gatto e il Cappello Matto e Aslan, forse nello stesso giorno. Camminerete insieme attraverso gli inverni della vostra vecchiaia e lei reciterà Keats sottovoce, mentre tu scrollerai la neve dai tuoi stivali.

 
Dai un appuntamento ad una ragazza che legge perché te lo meriti. Ti meriti una ragazza che possa darti la più variopinta vita immaginabile.
Se tu puoi solo darle monotonia e ore stantie e proposte a metà, allora è meglio tu stia da solo. Se vuoi il mondo e i mondi oltre ad esso, dai un appuntamento ad una ragazza che legge.

 
O, ancora meglio, dai un appuntamento ad una ragazza che scrive.
Rosemarie Urquico

sabato 21 aprile 2012

Che canini grandi che hai, Gotye

Eccomi qua, di sabato sera, a non fare un beneamato tubo, a studiare e girovagare (ma solo un po') sul web.
La domanda da un milione di dollari di oggi per me è: perchè noi ragazze ci facciamo un sacco di pippe mentali appena conosciamo un ragazzo? Bah, cioè io, ad esempio, viaggio proprio. Non dico che appena gli stringo la mano immagino me, lui e i nostri nipotini intorno al fuoco, però ci vado vicino! :D Comunque, è innegabile. Noi facciamo certi viaggi che se fossero "misurabili" a questo punto altro che 1000miglia Alitalia. Altro che George Clooney, che in Tra le nuvole ambisce al club dei dieci milioni di miglia. Pfff.

Avete mai visto La verità è che non gli piaci abbastanza? Ecco, questo film - e il libro da cui è tratto - dovrebbe essere una Bibbia per noi (salvo poi smentirsi nel finale, ma vabbè).

“E la regola dice che se un uomo non ti chiama, è perché non vuole chiamarti. Se ti tratta 

come se non gliene fregasse un cazzo, è perché non gliene frega un cazzo. Se ti tradisce, è 

perché non gli piaci abbastanza”. Non esistono uomini spaventati, confusi, disillusi. Non 

esistono uomini tragicamente segnati dalle passate esperienze, bisognosi d’aiuto, bisognosi di 

tempo. Gli uomini si dividono indue categorie soltanto: Quelli che ti vogliono. E Quelli che non 

ti vogliono. Tutto il resto è una scusa. E Tu, Tu Donna, di mestiere fai l’avvocato, la 

commessa, la cameriera, l’insegnante, la casalinga, la commercialista, la modella, la 

ragioniera, l’attrice, la studentessa. Non la crocerossina. Quindi. Aspetta che sia lui a 

chiederti di uscire. Perché va bene la parità dei sessi, le quote rosa, e l’eguaglianza dei diritti. 

Ma i tempi non sono poi così cambiati. Gli uomini restano pur sempre dei cavernicoli, sia 

pure incravattati, e come tali adorano il sapore della conquista. Tieniti lontana dagli uomini 

sposati. Non lasceranno la moglie per te. Meno che mai lasceranno i figli per te. E non credere 

alla storia dell’amica della sorella di tua cugina, appena convolata a nozze con quello 

divorziato. Tu non sei l’eccezione. Tu sei la regola. Al bando quelli che ti costringono ad 

aspettare ore accanto ad un telefono che non suona. Non hanno perso il tuo numero. Non 

hanno investito un cane. Non hanno appena scoperto di avere un tumore alla prostata. 

Probabilmente sono al telefono con un’altra. Oppure sono gay. Fanculo quelli che non 

declinano i verbi al futuro. Non sono analfabeti. Semplicemente non vogliono impegnarsi. 

Perché non gli piaci abbastanza. Li riconosci facilmente. Girano con un cartello appeso al 

collo, e la scritta: “Ci stiamo frequentando”. Quando la senti, scappa. Non consumare le tue 

belle scarpe nuove (e neppure quelle vecchie) per correre dietro un uomo che non ti vuole. 

Usale, piuttosto, per prenderlo a calci in culo. Impara l’arte dell’essere donna. Impara l’arte 

di ottenere dagli uomini quello che desideri, non sbattendo i piedini, ma facendogli credere 

che siano stati loro a decidere. Impara a scegliere, invece che essere scelta.”

Io razionalmente tengo sempre a mente il discorso di Alex, ma quando m'invaghisco di qualcuno (il che capita, ahimè, di continuo, ho l'innamoramento facile io) ciao, mando tutto all'aria. Perchè è vero che, se un ragazzo non chiama, noi, prima di rassegnarci all'idea che non gli piacciamo abbastanza, elaboriamo una miriade di scuse possibili. "Ha perso il numero." "Sarà sommerso di lavoro, appena avrà un po' di tempo mi chiamerà" e così via.
Cioè, saremmo molto più serene, a mio parere, se anzichè dar sfogo alla nostra fantasia accettassimo la (dura) realtà. Perchè noi non siamo l'eccezione, siamo la regola
E poi, la storia "dell'amica della cugina della sorella di mia zia" mi fa morire. Quant'è vera!!:)
Questo è quanto, volevo solo condividere con voi l'Alex-pensiero.

Ah, questa è la mia ultima fissazione: Somebody that I used to know di Gotye (che tra l'altro non è nemmeno da buttar via, con quegli occhi verdissimissimi e quelle labbra sottili alla Gael Garcia Bernal). L'unica cosa che volevo sapere è questa: solo io rimango a fissare per tutto il video i suoi denti, e in particolare i canini? Ditemi di no, dai.




mercoledì 18 aprile 2012

Varie visioni

Buondì!
Stamattina mi sono svegliata di buon'ora, col proposito di studiare per bene. Il proposito è però andato in frantumi dopo che la mia padrona di casa è venuta a farci visita (sì, a riscuotere i soldi). E' rimasta un'ora, cercando di farmi capire dei calcoli strani che ovviamente ho solo fatto finta di capire, poi se n'è andata lasciandomi con una sensazione di coma profondo. Ora appena getto lo sguardo sui libri mi viene un sonno che non vi dico. E vabbè.

Cooomunque, ieri sera sono stata ad un seminario organizzato nella mia facoltà, in collaborazione con un'università americana, sugli "American Italian Studies". Io adoro l'inglese, e in particolare l'inglese americano, perciò avrei seguito il corso a prescindere, qualsiasi argomento avesse trattato, per il semplice piacere di stare a sentire qualcuno che parla in quella (mia) amata lingua.
E' interessante, anche perchè parla di come gli italo-americani venivano e vengono visti fuori dal nostro Paese, in particolare in America. Il classico "pizza-spaghetti-mandolino", con un pizzico di "mafia, ignoranza" e tanti altri pregiudizi. 
All'interno di questo seminario vengono proiettati dei film tematici (altro motivo per cui ho deciso di seguire): abbiamo iniziato con The Godfather di F.F. Coppola, la scorsa settimana, mentre ieri abbiamo visto Mean streets di M. Scorsese. Il Padrino l'ho visto svariate volte, mi piace tanto. Il film di Scorsese, invece, è stata una piacevole scoperta, nonostante il finale che mi ha lasciato un po' insoddisfatta e incompleta. Ma son sicura che supererò il trauma.

Che dire.. De Niro, Jhonny Boy, così giovane e affascinante, nonostante per il personaggio che interpreta (mi) verrebbe voglia di prenderlo a schiaffoni, come poi fa anche il povero Charlie aka Harvey Keitel. Anche lui non era niente male direi. Ho passato tutto il film cercando di capire dove potevo averlo visto, anche se più avanti con gli anni; poi lo smartphone e google hanno risolto l'arcano: era George di Lezioni di piano, quel film che da piccola mi scioccò terribilmente, perchè il marito "accettava" il dito della moglie (che si era invaghita, guarda un po', del personaggio interpretato da Keitel), per privarla dell'unica gioia rimasta, ossia suonare il piano. Per questo film Sookie Stakehouse, pardon, Anna Paquin vinse l'Oscar. Mentre io giocavo con le Barbie, per intenderci.

Ad ogni modo, gran filmone Mean Streets.

Non posso dire altrettanto dell'ultimo film visto domenica al cinema: Biancaneve (Mirror, mirror). A parte che per me ora c'è solo UNA Biancaneve, la Snow White - Mary Margaret di Once Upon a Time. La rivisitazione della fiaba classica, in realtà, non mi è dispiaciuta. Mi disturbavano le sopracciglia un po' troppo grosse della Collins, ma detto questo la storia era carina: i nani che non lavorano in miniera, ma son furfanti che derubano chi passa per il bosco, con specie di molle per "rinforzare" le gambine; una Biancaneve emancipata, che se la cava da sola e non ha bisogno del Principe Azzurro; quel gran pezzo di uomo di  Armie Hammer, piacevole da rivedere, spesso svestito, nei panni di Azzurro, dopo la sua doppia presenza ne The Social Network di Fincher. E Julia Roberts. Lei, una delle mie attrici preferite, che fa la Regina Cattiva, incantevolmente malefica. Certo, lo stratagemma pensato per farla parlare con lo Specchio non mi è parsa una scelta molto felice, ma chi sono io? ;D

Insomma, il film in sè non mi è dispiaciuto, MA I COSTUMI? Ne vogliamo parlare? La costumista, tale Eiko Ishioka, è stata parecchio sadica. Si è sbizzarrita un po' troppo direi. Secondo me si è ispirata ai costumi di Alice in Wonderland di Burton, creando però delle brutte copie. Abiti talmente rigidi che stanno in piedi da soli. Il mantello giallo spento con cui Biancaneve esce da palazzo? Bah.



Leggendo alcuni articoli e post sul web pare che i costumi siano stupendi, probabilmente, anzi sicuramente, sono io che non capisco un tubo, però de gustibus, no?
Il costume sul blu che Biancaneve indossa a mò di divisa lo risparmio, dai.



Ah, questo è l'abito DA SPOSA, con un elegante fioccone arancione sulla schiena, fate voi.


:) 

martedì 17 aprile 2012

Give me some fiction!


Sono in astinenza da serie tv. 

Ho dovuto nascondere su Facebook tutte le pagine fan su una miriade di telefilm per evitarmi spoiler. Per le vacanze di Pasqua (pure brevi)  avevo intenzione di approfittare dell' adsl di casa e vedere/scaricare taaaanti episodi di Once, TVD, Grey's ecc... ma in realtà son riuscita giusto a vedere le puntate di Oth :') e neanche metà dell'episodio di Once dedicata al Cappellaio. Il problema è che, per colpa di quei 10kg concessi dalla Ryanair, ho dovuto lasciare mio figlio Acer a Perugia, perciò una volta a casa mi si prospettavano due possibilità: la prima era usare il mio vecchio pc (che ha però un piccolo problema: non fa vedere i video, e quindi ciao streaming), la seconda era sperare nella compassione di mia sorella e nel suo pc. Ho optato per quest'ultima, peccato che anche mia sorella guardi i telefilm. Il suo pc l'avrò usato si e no per poche ore.

E mi ritrovo così, ora, in astinenza dalle fictionsss. 

It's raining, men

"Piove piove, il gatto non si muove, accende la candela e dice: buonasera!".
Ogni volta che inizia a piovere mi viene in mente questa cantilena. Non so da dove provenga, chi l'abbia inventata, non so se ha un continuo o se sono solo queste poche frasi. Però ricordo che un amico di mio padre mi cantava sempre questo pezzo quando ero piccola e capitava che piovesse. Anche: "Piove piove, tira vento, chi è che bussa a quel convento?". Così, ogni volta mi vengono in mente.
Amo la pioggia. Se devo scegliere tra pioggia e sole io scelgo la prima. Il sole m'infastidisce, mi fa diventare un'aragosta e mi fa venire un terribile mal di testa. La pioggia non mi ha mai fatto uno sgarbo. Al massimo mi rovina i capelli appena piastrati, ma non gliene faccio una colpa.
Io sono amante dell'inverno, più che dell'estate. L'unica cosa che detesto dell'inverno è il fatto di dover indossare i maglioni; dell'estate, invece, salvo solo le t-shirts, chè ne vado pazza.
Ad ogni modo, ora piove e mi son venute in mente queste cose. Ovviamente dovrei studiare, ma la mente si distrae mooolto facilmente.
Alla mia chiavetta comunque la pioggia non piace. Appena appaiono delle nuvole grigie all'orizzonte già si ribella e non mi carica nulla. Non che quando il tempo è sereno vada molto meglio, però.

Uh, oltre alle cantilene quando piove faccio una serie di libere associazioni, sempre le stesse. Penso a "Singing in the rain" (ah, Gene Kelly...), "Rain" di Mika, "It's raining men" (la versione della Spice Girl Geri però) e "No more tears (Enough is enough)", quando all'inizio Barbra canta: "It's raining, it's pouring, my lovelife is boring me to tears, after all these years".
Così, vi volevo rendere partecipi.
Buona serata :)