Voleva essere un blog tematico sui telefilm, ma dal momento che ho le idee poco chiare per ora è solo un diario di bordo, dove scrivo un po' tutto quello che mi passa per la testa.
lunedì 26 novembre 2012
mercoledì 21 novembre 2012
Fur, ritratto di una feticista che ama le scimmie
Ci sono certi film belli da morire, ma quello che ho visto io qualche giorno fa, per citare la Maionchi (sì, continuo con le citazioni di spessore), PER-ME-E'-NO.
Ho visto Fur - Ritratto immaginario di Diane Arbus (presente, la fotografa statunitense che amava fotografare i "diversi", i freaks che pur conservavano una propria dignità? http://diane-arbus-photography.com/).
Ok, son state le due ore più noiose della mia vita, probabilmente. Con lo stomaco che in alcune (quasi tutte) scene si contorceva. Ho pensato di non farcela. Ma siccome, come al solito, io pare non ci capisca un tubo, ho visto che sul web tante recensioni descrivono in maniera euforica questo schifo di film. Ma, un momento. Analizziamo. Tutte le recensioni si soffermano sulla bravura della Kidman, protagonista del film (il regista è un tale Steven Shainberg, e se anche voi non l'avete sentito mai la cosa mi rincuora e aggiungo pure: ci sarà un motivo, no?), fanno giusto un accenno alla trama (e finchè dici semplicemente di che parla il film non ci son problemi) ma non si dilungano sugli aspetti stilistici e visivi del film. Probabilmente perchè là sarebbero ca**i amari, per usare un francesismo. Sembra a tratti una brutta copia di un qualsiasi film burtoniano, scene oniriche e surreali ma, in questo caso, parecchio indecifrabili. A tratti pare un horror mal riuscito. In diverse scene mi son ritrovata a chiedermi: E quindi? Dove vogliono andare a parare?
Robert Downey Jr per gran parte del film m'ha procurato i conati, notare la foto). Ok, gli attori son bravi, nessuno lo mette in dubbio, però la trama cavolo, LA TRAMA! Chi l'ha ideata? A chi posso chiedere i danni, insomma?
E comunque, non ne capirò nulla, però su La Stampa del 2006 la Tornabuoni scriveva:
Ho visto Fur - Ritratto immaginario di Diane Arbus (presente, la fotografa statunitense che amava fotografare i "diversi", i freaks che pur conservavano una propria dignità? http://diane-arbus-photography.com/).
Mi hanno detto: Uomo barbuto, sempre piaciuto. E ci ho creduto. |
Robert Downey Jr per gran parte del film m'ha procurato i conati, notare la foto). Ok, gli attori son bravi, nessuno lo mette in dubbio, però la trama cavolo, LA TRAMA! Chi l'ha ideata? A chi posso chiedere i danni, insomma?
E comunque, non ne capirò nulla, però su La Stampa del 2006 la Tornabuoni scriveva:
Nicole Kidman, australiana bionda alta quasi due metri, impersona la newyorkese piccola e bruna d'origine braico-polacche Diane Arbus in Fur di Steven Shainberg, film inaugurale della Festa del cinema. Della grande fotografa dal volto oscuro, anomalo o grottesco dell'esistenza umana, il film che si definisce «un ritratto immaginario» non è in grado di mostrare neppure un'opera, per divieto della Fondazione tche amministra l'eredità dell'artista. Non c'è da stupirsi se il regista cerca rifugio nell'onirico, nel fantastico. [...]Tiè Shainberg.
Buio e Luce
Guardaci siamo come due satelliti
Abbiam bisogno di gravitare vicini
Guardami perché siamo uguali
Lo sai che Buio e Luce sono figli del sole
Abbiam bisogno di gravitare vicini
Guardami perché siamo uguali
Lo sai che Buio e Luce sono figli del sole
Dopo averli visti suonare dal vivo in un locale fuori Perugia, è scoppiato l'ammmore per La fame di Camilla.
venerdì 16 novembre 2012
Io e te
Smettila
di nasconderti, ormai sei grande. Se prendi una botta ogni tanto non ci
fa niente: guarda me che sono tutta un livido. [cit.]
Ho visto il film la settimana scorsa. Ne son rimasta incantata. I protagonisti son bravissimi, Tea Falco in particolare è stata una piacevole scoperta (sì, un po' come il tizio dello spot del caffè Hug).
Un ragazzino quattordicenne disadattato, che si isola da tutto e tutti, che ascolta Boys don't cry dei Cure, Sing for Absolution dei Muse, Rebellion degli Arcade Fire (l'avessi conosciuto io uno così alle medie probabilmente sarebbe diventato il mio migliore amico :D) e che, in una settimana, si scontra e finalmente s'incontra con la sorella (proprio come accadde con Andrea, Giuliano e Licia in quel giorno di pioggia), probabilmente impara a crescere, a non aver paura degli altri, perchè, come dice la sorella, "se prendi una botta ogni tanto non ci fa niente".
E poi senti David Bowie cantare questa canzone:
Sì, David che ti canta in italiano (e infatti tutti pensavano fosse Mal, come dar loro torto) una versione tenerella di Space Oddity, pur sempre scritta da Mogol, mica da Moccia, per dire.
E che calza a pennello con la scena in cui si sente in sottofondo.
Ho visto il film la settimana scorsa. Ne son rimasta incantata. I protagonisti son bravissimi, Tea Falco in particolare è stata una piacevole scoperta (sì, un po' come il tizio dello spot del caffè Hug).
Un ragazzino quattordicenne disadattato, che si isola da tutto e tutti, che ascolta Boys don't cry dei Cure, Sing for Absolution dei Muse, Rebellion degli Arcade Fire (l'avessi conosciuto io uno così alle medie probabilmente sarebbe diventato il mio migliore amico :D) e che, in una settimana, si scontra e finalmente s'incontra con la sorella (proprio come accadde con Andrea, Giuliano e Licia in quel giorno di pioggia), probabilmente impara a crescere, a non aver paura degli altri, perchè, come dice la sorella, "se prendi una botta ogni tanto non ci fa niente".
E poi senti David Bowie cantare questa canzone:
Sì, David che ti canta in italiano (e infatti tutti pensavano fosse Mal, come dar loro torto) una versione tenerella di Space Oddity, pur sempre scritta da Mogol, mica da Moccia, per dire.
E che calza a pennello con la scena in cui si sente in sottofondo.
giovedì 15 novembre 2012
Cronache di un disamore
Anzi, mi rifaccio viva suuuubito cavolo!
L'altra sera sono stata a casa di una mia amica, nerdaccia quanto me e amante dei libri forse anche più di me. Do un'occhiata ai suoi libri sullo scaffale e chiedo: "Hai qualche libro di Bukowski da prestarmi? Ho bisogno di una scrittura cruda in questo periodo, sai com'è" e da lì passiamo all'analisi di tutti i libri presenti e alla fine niente Bukowski, opto per Cotroneo e il suo Cronache di un disamore. All'inizio mi ci son ritrovata tanto, forse troppo, al punto che per giorni non son riuscita a riaprirlo, per paura che la storia raccontata fosse troppo simile alla mia, per paura di capire troppo bene quelle parole, quelle situazioni, quella disperazione.
Poi mi son presa coraggio..e l'ho letteralmente divorato (non che sia un librone, ha poco più di 100 pagine, ma si sa, non è il numero di pagine a rendere bello un libro).
Non è male, anche se la scrittura di Cotroneo mi è piaciuta meno di quella, ad esempio, di Medina Reyes, che con le sue metafore particolari creava delle immagini in mente che mi lasciavano del tutto estasiata. Niente di che insomma, ma ci son state delle frasi anche in questo libro che, probabilmente perchè sentite, mi son rimaste impresse (beh, non è che mi son rimaste impresse nella memoria, è che le ho proprio scritte, copiate).
Questo passo, ad esempio, mi è piaciuto tanto:
E allora ecco, di questo libro in definitiva salvo qualche frase, niente più. E’ stata dura accettare la virgola
subito prima di una “e”. Però in tanti aspetti mi ci son ritrovata,
tanto da far paura. E l’ho finito. E ora chiudo tutto. Tutto.
L'altra sera sono stata a casa di una mia amica, nerdaccia quanto me e amante dei libri forse anche più di me. Do un'occhiata ai suoi libri sullo scaffale e chiedo: "Hai qualche libro di Bukowski da prestarmi? Ho bisogno di una scrittura cruda in questo periodo, sai com'è" e da lì passiamo all'analisi di tutti i libri presenti e alla fine niente Bukowski, opto per Cotroneo e il suo Cronache di un disamore. All'inizio mi ci son ritrovata tanto, forse troppo, al punto che per giorni non son riuscita a riaprirlo, per paura che la storia raccontata fosse troppo simile alla mia, per paura di capire troppo bene quelle parole, quelle situazioni, quella disperazione.
Poi mi son presa coraggio..e l'ho letteralmente divorato (non che sia un librone, ha poco più di 100 pagine, ma si sa, non è il numero di pagine a rendere bello un libro).
Non è male, anche se la scrittura di Cotroneo mi è piaciuta meno di quella, ad esempio, di Medina Reyes, che con le sue metafore particolari creava delle immagini in mente che mi lasciavano del tutto estasiata. Niente di che insomma, ma ci son state delle frasi anche in questo libro che, probabilmente perchè sentite, mi son rimaste impresse (beh, non è che mi son rimaste impresse nella memoria, è che le ho proprio scritte, copiate).
Questo passo, ad esempio, mi è piaciuto tanto:
"(…) le persone così, le persone come
Maurizio, sono una frode, bisogna farle uscire dalla nostra vita. Le
persone così portano un marchio, e già quando le incontri la prima volta
dicono o fanno qualcosa che rivela come sono realmente. Notano già dal
primo incontro che hai fatto qualcosa di sbagliato. Solo che tu non vuoi
vederlo, e ti dici: è stato così superficiale o così stronzo solo
perché è emozionato, e lo accogli. Queste persone entrano nella tua casa
mettendo un piede per bloccare la porta, poi, una volta che si sono
introdotte, divorano tutto come ladri, come pescecani, mangiano la tua
vita, e quando vanno via ti lasciano tutti i cassetti aperti, le ante
degli armadi spalancate, e da quei cassetti e da quelle ante escono
tutte le tue paure, come tanti spauracchi, come giocattoli a molla con
un sorriso cattivo dipinto sul volto, che ti guardano e ti minacciano,
dicono che non ti lasceranno vivere più. Ma non sono paure nuove, non
c’è niente che tu non abbia già incontrato, sono le tue paure vecchie di
quando eri bambino, e tu puoi andare lì a richiudere tutto, non devi
aspettare che torni lui, non ne hai bisogno. Maurizio non ti serve,
adesso sei solo tu con tutti i tuoi spaventi , vai lì, rimetti tutto a
posto, richiudi tutto e già che ci sei butta quello che non ti serve
più. (…) Luca rimane ancora nel ristorante, a osservare tutti i giochi
da bambino intorno a sé, i mostri che spuntano dagli scaffali tra le
bottiglie di vino e gli fanno le boccacce dalle mensole. Non ha il
coraggio di alzarsi e richiudere i cassetti. Prende il suo zainetto, lo
mette sulle spalle, e giura che un giorno tornerà in questo ristorante,
tornerà a riprendersi la sua vita, quando sarà più forte, e rimetterà
tutto a posto e i pupazzi non gli faranno più tanta paura. Un giorno,
sì, pensa portando il conto alla cassa, un giorno rinasco, ma adesso no,
per favore, adesso non posso proprio farcela, lasciatemi tornare a
casa, a tirarmi il lenzuolo sulla testa e a dormire."
Me latitante
Caspita che latitanza!
Non scrivo sul blog da quasi due mesi (chissene, vero?). Però giuro, Blog, che ti ho pensato ogni giorno!
Un po' come quando senti qualcuno con cui non ti fai vivo da un po' e allora metti subito le mani avanti e la prima cosa che dici è: guarda, ogni giorno mi ripeto che devo chiamarti poi tra una cosa e l'altra non ho tempo, ma ti penso sempre!! Certo come no.
Rullo di tamburi....: ho l'adsl anche qua a Perugia. Dopo quasi due anni di connessione col contagocce VEDO LA LUCE! Vedo youtube, vedo telefilm, vedo mia sorella su Skype. Vedo!
E quindi niente, può essere che mi rifaccia viva prima che passino i due mesi :P
Non scrivo sul blog da quasi due mesi (chissene, vero?). Però giuro, Blog, che ti ho pensato ogni giorno!
Un po' come quando senti qualcuno con cui non ti fai vivo da un po' e allora metti subito le mani avanti e la prima cosa che dici è: guarda, ogni giorno mi ripeto che devo chiamarti poi tra una cosa e l'altra non ho tempo, ma ti penso sempre!! Certo come no.
Rullo di tamburi....: ho l'adsl anche qua a Perugia. Dopo quasi due anni di connessione col contagocce VEDO LA LUCE! Vedo youtube, vedo telefilm, vedo mia sorella su Skype. Vedo!
E quindi niente, può essere che mi rifaccia viva prima che passino i due mesi :P
domenica 16 settembre 2012
C'era una volta l'amore ma ho dovuto ammazzarlo
Lettura della settimana (o del mese, dipende dalla mia capacità di coniugare studio e tempo libero -.-) : C'era una volta l'amore ma ho dovuto ammazzarlo di E. Medina Reyes.
Lo ammetto, il titolo mi ha conquistata subito, è quello che pensiamo tutti quando le nostre stuazioni sentimentali vanno a rotoli. Ma, nonostante il mio essere book-a-holic e il mio dipendere dallo shopping compulsivo ogni volta che faccio il mio ingresso in una libreria, non sono solita giudicare un libro dalla copertina, tanto meno dal titolo. Così ho approfondito la conoscenza di questo librettino sullo scaffale delle offerte in edizione economica e ho letto anche la trama: "Autentico e violento, vorticoso ma sapientemente strutturato, spudorato ma mai gratuito, C'era una volta l'amore ma ho dovuto ammazzarlo è l'opera rock di una generazione che non si lascia etichettare". Ok, non male. Letteratura e rock in un colpo solo, mi piace. Ultimo potenziale ostacolo che influisce sulla scelta di acquistare o meno un libro è lo stile dell'autore (e del traduttore, nel caso dei libri tradotti in italiano). Prendo il libro, lo porto con me attraverso i meandri della Feltrinelli, ci sediamo su una poltroncina e inizio a leggere la prima pagina. Ok, stile scorrevole, lui parla in prima persona, è parecchio incazzato, mi ricorda il giovane Holden. Vai, lo prendo.
Così, questo è il libro che attualmente gira con me, sta dentro la borsa, pranza con me in cucina, si addormenta accanto a me.
E già son triste per il fatto che abbia solo 173 pagine :/
"Sua madre non gli aveva tagliato solo i capelli quella notte e Betty lo capì subito. A lei non importava se aveva i capelli corti, lei voleva sapere se lui era capace di essere lui, chiunque fosse, e non perderlo ogni volta che passava un fine settimana altrove. L'amore non è una fregatura, Toba. L'amore è un limite e ci misura. Toba guarda la vetrina del bar in cui sta spuntando l'alba, ha frignato otto ore filate, una puttana sta dormendo sulle sue ginocchia. Toba afferra la puttana per i capelli, le solleva la testa, incolla la bocca a quella di lei, la puttana russa. Toba la lascia ricadere sulle proprie gambe. Mi dice che l'amore è una fregatura."
"Io ho bisogno di qualcuno che mi parli come io parlo ai miei amici, qualcuno che mi faccia reagire. La storia di una certa ragazza mi fa ancora male, non trovo quello che cerco e quello che cerco ormai non può più essere lei, lei mi ha mandato a vedere se il gallo aveva fatto l'uovo e quando sono tornato e le ho detto di sì mi ha mandato a quel paese e mi ha detto di non farmi più vedere. Per un po' ci ho provato, ma sai bene che quando l'amore si spegne è più freddo della morte. Il problema è che le due parti in causa non si spengono contemporaneamente e quando sei la parte ancora accesa preferiresti essere morto."
Lo ammetto, il titolo mi ha conquistata subito, è quello che pensiamo tutti quando le nostre stuazioni sentimentali vanno a rotoli. Ma, nonostante il mio essere book-a-holic e il mio dipendere dallo shopping compulsivo ogni volta che faccio il mio ingresso in una libreria, non sono solita giudicare un libro dalla copertina, tanto meno dal titolo. Così ho approfondito la conoscenza di questo librettino sullo scaffale delle offerte in edizione economica e ho letto anche la trama: "Autentico e violento, vorticoso ma sapientemente strutturato, spudorato ma mai gratuito, C'era una volta l'amore ma ho dovuto ammazzarlo è l'opera rock di una generazione che non si lascia etichettare". Ok, non male. Letteratura e rock in un colpo solo, mi piace. Ultimo potenziale ostacolo che influisce sulla scelta di acquistare o meno un libro è lo stile dell'autore (e del traduttore, nel caso dei libri tradotti in italiano). Prendo il libro, lo porto con me attraverso i meandri della Feltrinelli, ci sediamo su una poltroncina e inizio a leggere la prima pagina. Ok, stile scorrevole, lui parla in prima persona, è parecchio incazzato, mi ricorda il giovane Holden. Vai, lo prendo.
Così, questo è il libro che attualmente gira con me, sta dentro la borsa, pranza con me in cucina, si addormenta accanto a me.
E già son triste per il fatto che abbia solo 173 pagine :/
"Sua madre non gli aveva tagliato solo i capelli quella notte e Betty lo capì subito. A lei non importava se aveva i capelli corti, lei voleva sapere se lui era capace di essere lui, chiunque fosse, e non perderlo ogni volta che passava un fine settimana altrove. L'amore non è una fregatura, Toba. L'amore è un limite e ci misura. Toba guarda la vetrina del bar in cui sta spuntando l'alba, ha frignato otto ore filate, una puttana sta dormendo sulle sue ginocchia. Toba afferra la puttana per i capelli, le solleva la testa, incolla la bocca a quella di lei, la puttana russa. Toba la lascia ricadere sulle proprie gambe. Mi dice che l'amore è una fregatura."
"Io ho bisogno di qualcuno che mi parli come io parlo ai miei amici, qualcuno che mi faccia reagire. La storia di una certa ragazza mi fa ancora male, non trovo quello che cerco e quello che cerco ormai non può più essere lei, lei mi ha mandato a vedere se il gallo aveva fatto l'uovo e quando sono tornato e le ho detto di sì mi ha mandato a quel paese e mi ha detto di non farmi più vedere. Per un po' ci ho provato, ma sai bene che quando l'amore si spegne è più freddo della morte. Il problema è che le due parti in causa non si spengono contemporaneamente e quando sei la parte ancora accesa preferiresti essere morto."
mercoledì 12 settembre 2012
Domani torna Glee!
Martedì 11 settembre: Go On - The New Normal
Giovedì 13: Glee
Lunedì 24: Partners
Martedì 25: New Girl
Giovedì 27: Grey's anatomy
Domenica 30: Once Upon a Time - Revenge
Lunedì 8 ottobre: 90210
Mercoledì 10: Arrow
Giovedì 11: Beauty and the Beast - The Vampire Daries
Ok, questi sono i telefilm che piano piano riprendono, tra novità assolute e nuove stagioni, e che io vorrei vedere ma che, molto probabilmente, non riuscirò a vedere, almeno per ora, per via della mia chiavetta nonnafone.
In più ci sono alcuni telefilm di cui ho scaricato qualche puntata durante l'estate, per far fronte all'emarginazione tecnologica e telematica che sempre ci tiene a farmi compagnia mentre sto a Perugia. Ahimè.
Comunque, domani riprende Glee, che io continuo a guardare per Rachel ( quant'è adorabile Lea Michele accidenti?) e Kurt . Incuriosita dal clamore che questo telefilm ha suscitato appena trasmesso negli States, iniziai a guardare le prime puntate, in italiano, per pigrizia (solitamente favorisco la lingua originale sottotitolata e non, ma non so perchè quel giorno ero molto più pigra del solito). Pensai "Beh, non male, ma non mi prende tanto". Poi non trovai più le puntate in italiano e seguii le altre in inglese. E fu amore. Lea Michele, Chris Colfer e Jane Lynch meritano, NECESSITANO di essere ascoltati e seguiti nella loro lingua. Li trovo fantastici.
La prima stagione è forse stata la migliore, a mio avviso. In particolare per la storyline di Kurt, il modo in cui ha dovuto affrontare il coming out, il bullismo, ... Probabilmente Glee mi ha coivolto soprattutto per questo. Racconta, a tratti con ironia a tratti in modo più serio, tutte le problematiche che i giovani liceali di qualsiasi parte del mondo affrontano durante quel periodo parecchio complicato quali sono gli anni del liceo: la ricerca della propria identità, anche sessuale, e di un proprio posto nel mondo; il classico dilemma su "cosa vogliamo fare da grandi" e così via; rivalità ma anche sane e sincere amicizie.
Il rapporto che si instaura tra Kurt e suo padre vale per me tutta la prima stagione e non solo. E poi mi piace(va) tanto il personaggio di Jessie, così figo all'inizio e che poi è ricomparso nella seconda e terza stagione come uno stupido, solamente perchè la storyline ormai prevedeva i Finchel. Io non sopporto Finn, è un pesce lesso che non sa fare nulla e fa delle facce terribili mentre canta e balla come un paperotto pestato a sangue.
Domani Glee riparte negli States, con la quarta stagione. La mia Rachel è a New York e il suo "angelo custode" sarà questo qua:
Giovedì 13: Glee
Lunedì 24: Partners
Martedì 25: New Girl
Giovedì 27: Grey's anatomy
Domenica 30: Once Upon a Time - Revenge
Lunedì 8 ottobre: 90210
Mercoledì 10: Arrow
Giovedì 11: Beauty and the Beast - The Vampire Daries
Ok, questi sono i telefilm che piano piano riprendono, tra novità assolute e nuove stagioni, e che io vorrei vedere ma che, molto probabilmente, non riuscirò a vedere, almeno per ora, per via della mia chiavetta nonnafone.
In più ci sono alcuni telefilm di cui ho scaricato qualche puntata durante l'estate, per far fronte all'emarginazione tecnologica e telematica che sempre ci tiene a farmi compagnia mentre sto a Perugia. Ahimè.
Comunque, domani riprende Glee, che io continuo a guardare per Rachel ( quant'è adorabile Lea Michele accidenti?) e Kurt . Incuriosita dal clamore che questo telefilm ha suscitato appena trasmesso negli States, iniziai a guardare le prime puntate, in italiano, per pigrizia (solitamente favorisco la lingua originale sottotitolata e non, ma non so perchè quel giorno ero molto più pigra del solito). Pensai "Beh, non male, ma non mi prende tanto". Poi non trovai più le puntate in italiano e seguii le altre in inglese. E fu amore. Lea Michele, Chris Colfer e Jane Lynch meritano, NECESSITANO di essere ascoltati e seguiti nella loro lingua. Li trovo fantastici.
La prima stagione è forse stata la migliore, a mio avviso. In particolare per la storyline di Kurt, il modo in cui ha dovuto affrontare il coming out, il bullismo, ... Probabilmente Glee mi ha coivolto soprattutto per questo. Racconta, a tratti con ironia a tratti in modo più serio, tutte le problematiche che i giovani liceali di qualsiasi parte del mondo affrontano durante quel periodo parecchio complicato quali sono gli anni del liceo: la ricerca della propria identità, anche sessuale, e di un proprio posto nel mondo; il classico dilemma su "cosa vogliamo fare da grandi" e così via; rivalità ma anche sane e sincere amicizie.
Il rapporto che si instaura tra Kurt e suo padre vale per me tutta la prima stagione e non solo. E poi mi piace(va) tanto il personaggio di Jessie, così figo all'inizio e che poi è ricomparso nella seconda e terza stagione come uno stupido, solamente perchè la storyline ormai prevedeva i Finchel. Io non sopporto Finn, è un pesce lesso che non sa fare nulla e fa delle facce terribili mentre canta e balla come un paperotto pestato a sangue.
Domani Glee riparte negli States, con la quarta stagione. La mia Rachel è a New York e il suo "angelo custode" sarà questo qua:
Rachel: dai un'occhiata a questo Brody e poi a Finn. Se dopo Jessie, anche questo bel pezzo di manzo non ti farà dimenticare il pesce lesso, allora..niente, allora niente, però inizierò a pensare che tu abbia dei gusti discutibili, davvero.
lunedì 10 settembre 2012
Il bello del web
A dimostrazione che la Rete non è solo il Male, come tanti pensano.
Questo pomeriggio girovagando senza troppe pretese su Facebook sono incappata nella storia di Salvatore, un giovane cui è stato diagnosticato un tumore al cervello. Niente di nuovo o strano fino a qua, non è nè il primo nè l'ultimo, sfortunatamente. Ciò che rende particolare questa storia è che lui ha deciso di craccare e rendere visibile a tutti la sua cartella clinica digitale, in modo che CHIUNQUE possa dargli una mano nella ricerca di una cura. E condividerà anche le risposte che riceverà, in modo che chi soffre dello stesso male possa beneficiare delle soluzioni che ha trovato, come lui stesso spiega nel suo sito http://artisopensource.net/cure/ .
Io non conosco personalmente Salvatore, ma non mi costa assolutamente nulla condividere la sua storia. Ciò che sta facendo, e soprattutto Internet, gli sta dando la possibilità di sentire pareri diversi, probabilmente diagnosi diverse, giuste o sbagliate che siano, e che gli daranno sicuramente speranza. Col suo gesto sta aiutando se stesso e tutti coloro che si trovano nella sua stessa situazione. Fino a pochi anni fa per sentire medici e pareri diversi saremmo dovuti andare in giro per l'Italia, per l'Europa o per il mondo, con un costo economico - e non solo - notevole e che di certo non tutti si sarebbero potuti permettere. Ora i medici possono visualizzare la cartella di Salvatore in qualsiasi angolo del mondo e riferirgli il proprio parere. Trovo sia una cosa semplicemente fantastica. Per questo ho deciso di condividerla.
Mi è capitato spesso di fare tante battute parlando dell'ospedale più vicino a dove abito io, in Sardegna, riguardo al fatto che "quando vai là, sai quando entri ma non sai quando - e SE - uscirai". Ecco, mia nonna per una quindicina di anni ha lottato contro il cancro e spesso se si sentiva male all'improvviso i figli son stati costretti a ricoverarla in quell'ospedale discutibile, perchè quando chiami il 118 ti portano nell'ospedale più vicino a casa tua, e per nostra sfortuna quello schifo è il più vicino a noi. Ecco, probabilmente mia nonna non ci sarebbe più comunque, perchè a novembre non è riuscita più a lottare. Però ogni tanto mi chiedo se, magari, con altri dottori, in un altro ospedale, con qualche altro parere non si sarebbe potuti intervenire prima, perlomeno risparmiandole tanto dolore inutile.
Ecco perchè condivido questa storia.
Questo pomeriggio girovagando senza troppe pretese su Facebook sono incappata nella storia di Salvatore, un giovane cui è stato diagnosticato un tumore al cervello. Niente di nuovo o strano fino a qua, non è nè il primo nè l'ultimo, sfortunatamente. Ciò che rende particolare questa storia è che lui ha deciso di craccare e rendere visibile a tutti la sua cartella clinica digitale, in modo che CHIUNQUE possa dargli una mano nella ricerca di una cura. E condividerà anche le risposte che riceverà, in modo che chi soffre dello stesso male possa beneficiare delle soluzioni che ha trovato, come lui stesso spiega nel suo sito http://artisopensource.net/cure/ .
Io non conosco personalmente Salvatore, ma non mi costa assolutamente nulla condividere la sua storia. Ciò che sta facendo, e soprattutto Internet, gli sta dando la possibilità di sentire pareri diversi, probabilmente diagnosi diverse, giuste o sbagliate che siano, e che gli daranno sicuramente speranza. Col suo gesto sta aiutando se stesso e tutti coloro che si trovano nella sua stessa situazione. Fino a pochi anni fa per sentire medici e pareri diversi saremmo dovuti andare in giro per l'Italia, per l'Europa o per il mondo, con un costo economico - e non solo - notevole e che di certo non tutti si sarebbero potuti permettere. Ora i medici possono visualizzare la cartella di Salvatore in qualsiasi angolo del mondo e riferirgli il proprio parere. Trovo sia una cosa semplicemente fantastica. Per questo ho deciso di condividerla.
Mi è capitato spesso di fare tante battute parlando dell'ospedale più vicino a dove abito io, in Sardegna, riguardo al fatto che "quando vai là, sai quando entri ma non sai quando - e SE - uscirai". Ecco, mia nonna per una quindicina di anni ha lottato contro il cancro e spesso se si sentiva male all'improvviso i figli son stati costretti a ricoverarla in quell'ospedale discutibile, perchè quando chiami il 118 ti portano nell'ospedale più vicino a casa tua, e per nostra sfortuna quello schifo è il più vicino a noi. Ecco, probabilmente mia nonna non ci sarebbe più comunque, perchè a novembre non è riuscita più a lottare. Però ogni tanto mi chiedo se, magari, con altri dottori, in un altro ospedale, con qualche altro parere non si sarebbe potuti intervenire prima, perlomeno risparmiandole tanto dolore inutile.
Ecco perchè condivido questa storia.
domenica 9 settembre 2012
Tree Hill, un posto come tanti (o forse no)
One Tree Hill è uno dei telefilm con cui sono cresciuta. Iniziai a seguirlo un pomeriggio d'estate, quando lo passava rai 2. E mi prese subito. Un po' come successe con le Gilmore Girls e Buffy, le prime serie tv in assoluto che guardai. Mi rispecchiavo molto in Rory, la ragazzina perfetta, che studia, ama leggere, sempre carina e impeccabile (fino a quando conosce Jess e inizia a dare di matto, porella!). E sognavo di poter essere l'eroina che combatteva il male, demoni e vampiri proprio come Buffy.
Ma One Tree Hill, a distanza di anni, trovo che sia IL telefilm che mi ha fatto crescere, insieme ai suoi personaggi. Dal liceo all'università, mi ha fatto compagnia, mi ha fatto sognare, piangere, ridere, commuovere più di ogni altra serie tv.
Brooke è sempre stata il mio personaggio preferito. Al diavolo Lucas e Peyton. Brooke Penelope Davis mi ha sempre affascinato, per il modo in cui è riuscita a crescere, a superare le delusioni (sempre amorose, porella anche lei), ad avere successo sfruttando le sue capacità. Nei primi episodi della prima serie sembrava fosse una ragazza sempliciotta, superficiale, amante esclusivamente del sesso, delle tresche, degli inganni ai danni della sua migliore amica. Ma io sapevo che c'era qualcosa in più. La sua frivolezza era solo di facciata, semplice conseguenza delle delusioni, semplice difesa contro la sofferenza e il dolore che il mettersi realmente in gioco avrebbe comportato.
Ad ogni modo, ho seguito Oth perchè in realtà tutti i personaggi avevano un "qualcosa da dire", e da dare, e perchè più di altre serie tv è stato forte il legame con la letteratura e la musica, tra le cose che più amo (e che riscontrai anche con le ragazze Gilmore, che in più citavano spessissimo anche il cinema, altro grande amore).
Le citazioni di Lucas ad inizio e chiusura di puntata, le altre che comparivano durante..tutto sempre azzeccato. E ti facevano riflettere.
A distanza di anni Oth è IL telefilm. Ora mi sta aiutando in un periodo un po' delirante della mia vita, in cui rispolvero citazioni con la speranza che mi diano un po' di supporto e che trovi la chiave per andare avanti. Che come dice la mia amica calabrese, "i masculi sugnu cugliuni" e non posso crogiolarmi troppo a lungo in questo stato pietoso alla Bridget Jones!
Tra l'altro sto rivalutando anche il personaggio di Peyton, che ho odiato per tutti i 6 anni durante i quali è apparsa in Oth, ma che indubbiamente ascoltava buona musica, la stronza. Probabilmente l'ho odiata così tanto per via della somiglianza di caratteri. Come lei, anch'io stavo sulle mie, ero spesso arrabbiata col mondo e mi rifugiavo nella musica o nelle mie passioni e blabla. Potrei iniziare a volerle bene, ora.
Comunque, oggi mi son svegliata un po' più malinconica del solito (e ce ne vuole eh!) e allora, anzichè studiare, mi son messa a spulciare qua e là e ho raccolto alcune delle citazioni di Oth delle prime stagioni. Posto il fatto che quasi tutte le frasi di quel telefilm meritano di essere ricordate, queste sono quelle che in questo preciso momento sento più vicine, se così si può dire. E tanto lo dico uguale, in ogni caso. ;)
- Quando perdi te stesso, hai solo due scelte. Ritrovare la persona che eri o voltare pagina per sempre. (Brooke, 2x22)
- In questo momento ci sono 6.470.818.671 persone al mondo. Qualcuno ha paura. Qualcuno è tornato a casa. Altri mentono per superare la giornata. Altri stanno affrontando la verità. Alcuni uomini sono cattivi e fanno la guerra ai buoni. Altri sono buoni e lottano contro male. Sei miliardi di persone. Sei miliardi di anime. E qualche volta... te ne serve una sola. (Peyton, 3x01)
- Ogni tanto all'improvviso le persone crescono, riescono a superarsi. Certe volte ti sorprendono e altre ti deludono. La vita spesso è buffa, può essere anche molto dura, ma basta guardare da vicino e scopri la speranza nelle parole dei bambini, nelle strofe di una canzone e negli occhi di qualcuno che ami. E se sei fortunato, se sei la persona più fortunata di tutto il pianeta, le persone che ami decidono di ricambiarti. (Nathan, 3x20)
- Suppongo avrei dovuto dire qualcosa qualsiasi cosa per un ragazzo che vuol diventare uno scrittore sembrava improvvisamente che nessuna parola fosse stata scritta. Ma quando qualcuno ti dice che in qualche modo non gli manchi più, sei fregato qualsiasi cosa tu dica. (Lucas, 4x01)
- Tree Hill è un posto come tanti altri nel mondo, forse somiglia al tuo di mondo, o forse non gli somiglia affatto. Ma se lo guardi con attenzione potresti vederci qualcuno come te. Che sta cercando di trovare la sua strada. Che sta cercando di trovare il suo posto. Che sta cercando di trovare se stesso. A volte ti sembra di essere l'unico al mondo che sta lottando, che è frustrato o insoddisfatto o che non riesce ad andare avanti. Ma è una falsa sensazione. E se solo tieni duro, se solo trovi il coraggio per affrontare tutto per un altro giorno qualcuno o qualcosa ti trovera e mettera tutto a posto. A volte tutti abbiamo bisogno di un piccolo aiuto. Di qualcuno che ci aiuti ad ascoltare la musica del mondo e ci ricordi che non sarà sempre così. Che li fuori c'è qualcuno, e quel qualcuno ti troverà. (Lucas, 4x01)
- Arriva un momento in cui la vita sembra sfuggirti di mano, è un momento di disperazione in cui devi decidere che direzione prendere. Combatterai per chi ami? Saranno gli altri a dirti cosa devi fare? O ti nasconderai nel conformismo? Sarai perseguitato per la tua scelta? o imboccherai una nuova strada? Sceglierai di andare avanti stringendo i denti? O semplicemente sopravviverai?(Lucas, 4x04)
- A volte il dolore diventa una grande parte della tua vita tanto che ti aspetti che sia sempre lì, perché non ricordi un momento nella tua vita in cui non ci sia stato. Ma poi un giorno senti qualcos'altro. Qualcosa che sembra sbagliato solo perché non ti è familiare, e in quel momento ti rendi conto di essere felice. (Lucas, 4x12)
- Qualche volta quando sei giovane, pensi che nulla possa farti del male. É come essere invincibile. Hai tutta la tua vita davanti a te, e hai dei piani grandiosi. Dei piani grandiosi. Per trovare una perfetta sintonia. La persona che ti completa. Ma quando cresci, ti rendi conto che non è sempre così semplice. E fino alla fine della tua vita, non ti rendi conto che i piani che avevi fatto erano solo dei semplici piani. Perché alla fine, quando ti guardi indietro invece che avanti... vuoi credere che hai fatto la maggior parte delle cose che la vita ti ha dato. Vuoi credere che stai lasciando qualcosa di buono dietro di te. Vuoi che tutto abbia avuto un significato. (Lucas, 5x15)
venerdì 7 settembre 2012
Dog days aren't over, actually
Sono follemente innamorata di Florence. Della sua voce. E dei suoi capelli. Soprattutto dei suoi capelli, accidenti. Appena ho un po' di tempo libero (mai?) le rubo il colore, ho deciso.
Comunque, in questi giorni questa canzone mi gasa in un modo che CIAO PROPRIO. E poco fa è partita in riproduzione casuale nel pc e io non ce l'ho fatta. Non son riuscita a trattenermi. Ho ballato come un'ossessa.
Piccolo particolare: il ragazzo che abita davanti a me era affacciato in balcone. E io ballavo con la finestra aperta.
Ho dato spettacolo, insomma.
Grande Laura.
One Tree Hill docet
"At this moment there are 6,470,818,671 people in the world. Some are running scared. Some are coming home. Some tell lies to make it through the day. Others are just now facing the truth. Some are evil men, at war with good. And some are good, struggling with evil. Six billion people in the world. Six billion souls. And sometimes, all you need is ONE."
giovedì 6 settembre 2012
E tu resti inerme davanti tutto e tutti
"La verità è che vissi molti dei miei primi anni, e forse dei miei secondi e dei miei terzi, come una specie di sordomuto.
Ritualmente vestito di nero sin dalla prima adolescenza, come si vestivano i veri poeti del secolo scorso, avevo la vaga impressione di non essere poi tanto male d’aspetto. Ma, invece di avvicinarmi alle ragazze, sapendo che mi sarei messo a balbettare o sarei arrossito davanti a loro, preferivo scantonare quando le vedevo e allontanarmi mostrando un disinteresse che ero ben lungi dal provare. Erano tutte un gran mistero per me. Io avrei voluto morire bruciato in quel rogo segreto, affogare in quel pozzo di enigmatica profondità, ma non avevo il coraggio di gettarmi nel fuoco o nell’acqua. E siccome non incontravo nessuno che mi desse uno spintone, passavo sull’orlo del loro fascino, senza neppure guardare, e tantomeno sorridere. La timidezza è una condizione strana dell’anima, una categoria, una dimensione che si apre verso la solitudine. E’ anche una sofferenza inseparabile, come se si avessero due epidermidi, e la seconda pelle interiore s’irritasse e contraesse di fronte alla vita. Fra le compagini umane, questa qualità o questo difetto fa parte di un insieme che costituisce nel tempo l’immortalità dell’essere."
Ritualmente vestito di nero sin dalla prima adolescenza, come si vestivano i veri poeti del secolo scorso, avevo la vaga impressione di non essere poi tanto male d’aspetto. Ma, invece di avvicinarmi alle ragazze, sapendo che mi sarei messo a balbettare o sarei arrossito davanti a loro, preferivo scantonare quando le vedevo e allontanarmi mostrando un disinteresse che ero ben lungi dal provare. Erano tutte un gran mistero per me. Io avrei voluto morire bruciato in quel rogo segreto, affogare in quel pozzo di enigmatica profondità, ma non avevo il coraggio di gettarmi nel fuoco o nell’acqua. E siccome non incontravo nessuno che mi desse uno spintone, passavo sull’orlo del loro fascino, senza neppure guardare, e tantomeno sorridere. La timidezza è una condizione strana dell’anima, una categoria, una dimensione che si apre verso la solitudine. E’ anche una sofferenza inseparabile, come se si avessero due epidermidi, e la seconda pelle interiore s’irritasse e contraesse di fronte alla vita. Fra le compagini umane, questa qualità o questo difetto fa parte di un insieme che costituisce nel tempo l’immortalità dell’essere."
— P. Neruda
E poi un giorno, dopo tanto tempo, qualcuno riesce a scalfire anche solo uno di quegli strati di epidermide, che in fondo era una tua protezione contro il mondo. Butta giù quel muro che avevi costruito e ogni tua difesa crolla. E tu resti inerme davanti tutto e tutti. Ora sei sola, con quei mattoni da rimetter su. E ti riprometti che mai e poi mai permetterai a qualcuno di abbattere il tuo muro con così tanta facilità.
mercoledì 5 settembre 2012
Faccine patrimonio mondiale
Sono una che le faccine le usa forse anche troppo, ma mai a sproposito. Odio le telefonate perchè ho bisogno di vedere il viso della persona con cui parlo, perchè son del parere che le espressioni, i gesti, tutta la comunicazione non verbale sia molto più efficace e veritiera di quella verbale. Certo, già dal tono di voce si può capire molto dell'interlocutore, ma a me le telefonate spaventano sempre, mi agitano.
E' per questo che adoro le faccine, perchè in chat o comunque quando si ha a che fare con dei messaggi scritti oltre a non poter vedere la persona, non puoi nemmeno sentirla. E lui o lei non può vedere o sentire noi. Allora io quando scrivo un messaggio abbino sempre una faccina, cosicchè si capisca subito se scherzo, son seria, arrabbiata.
Le persone che non usano le faccine e nemmeno la punteggiatura mi creano ansia..non scherzo! La mia migliore amica, ad esempio, non mette mai un punto, una virgola, i puntini..però lei la conosco da una vita, mi sorprenderebbe se iniziasse a metterli ora! Ma, in generale, con le persone che non conosco, il fatto che non usino la punteggiature mi trasmette freddezza. Poi, per carità, ognuno è libero di (non) mettere i punti dove caspita vuole, però, ecco, io ci tengo :P
Tutto questo per dire che a volte ti accorgi che qualcosa non va bene anche da come una persona ti risponde ad un messaggio. Prima ti scriveva in un modo e ora in un altro, prima ti metteva certe faccine e ora no.
Vabbè lo studio fa male, avete notato, si?
E' per questo che adoro le faccine, perchè in chat o comunque quando si ha a che fare con dei messaggi scritti oltre a non poter vedere la persona, non puoi nemmeno sentirla. E lui o lei non può vedere o sentire noi. Allora io quando scrivo un messaggio abbino sempre una faccina, cosicchè si capisca subito se scherzo, son seria, arrabbiata.
Le persone che non usano le faccine e nemmeno la punteggiatura mi creano ansia..non scherzo! La mia migliore amica, ad esempio, non mette mai un punto, una virgola, i puntini..però lei la conosco da una vita, mi sorprenderebbe se iniziasse a metterli ora! Ma, in generale, con le persone che non conosco, il fatto che non usino la punteggiature mi trasmette freddezza. Poi, per carità, ognuno è libero di (non) mettere i punti dove caspita vuole, però, ecco, io ci tengo :P
Tutto questo per dire che a volte ti accorgi che qualcosa non va bene anche da come una persona ti risponde ad un messaggio. Prima ti scriveva in un modo e ora in un altro, prima ti metteva certe faccine e ora no.
Vabbè lo studio fa male, avete notato, si?
sabato 25 agosto 2012
Abbasso l'amore, almeno per oggi
E' difficile conciliare l'essere felici con l'amore. Quando stai con qualcuno, la tua felicità è legata alla sua. Basta un semplice dubbio a gettarti nello sconforto, rimanendo preda di sbalzi d'umore che manco quando fai la dieta.
A me perlomeno sta succedendo questo. Apatia, voglia di non far nulla. Nemmeno l'idea di mangiarmi il barattolo della nutella mi alletta. Alla radio due canzoni su tre parlano di amore; in tv 9 film su 10 presentano nella trama una storia d'amore.
Ripensavo al film di qualche anno fa, quello con Julia Stiles e Heath Ledger, "10 cose che odio di te". Io mi sento come Kat: "Ma più di tutto odio il fatto che non ti odio, nemmeno quasi, nemmeno un pochino, nemmeno niente."
Odio questi sbalzi d'umore, mi riservo il diritto di odiare l'amore, almeno per oggi.
A me perlomeno sta succedendo questo. Apatia, voglia di non far nulla. Nemmeno l'idea di mangiarmi il barattolo della nutella mi alletta. Alla radio due canzoni su tre parlano di amore; in tv 9 film su 10 presentano nella trama una storia d'amore.
Ripensavo al film di qualche anno fa, quello con Julia Stiles e Heath Ledger, "10 cose che odio di te". Io mi sento come Kat: "Ma più di tutto odio il fatto che non ti odio, nemmeno quasi, nemmeno un pochino, nemmeno niente."
Odio questi sbalzi d'umore, mi riservo il diritto di odiare l'amore, almeno per oggi.
martedì 21 agosto 2012
Crema, proprio tu?
Tutti a dirmi "Ma mettiti una crema con fattore 15, almeno ti abbronzi". Ma io mi conosco troppo bene: a me serve la protezione 50+, quella specifica per i bimbi, e non è detto che anche con questa riesca a salvarmi dalle scottature. Perchè anche se sulla confezione leggi la dicitura "Resistente all'acqua", tu non ci devi credere.
E' da qualche anno che il mio rapporto col mare vacilla, non perchè non mi piaccia lui (sono in Sardegna, perbacco, del mare non mi posso proprio lamentare!), ma perchè il suo fido amico sole proprio non mi va giù. Mettici poi l'assemblamento di triliardi di persone in spiaggia e il gioco è fatto. Non è in cima alla classifica delle cose che amo di più. Ad ogni modo, ogni tanto mi capita di andarci, ma sto per tutto il tempo sotto l'ombrellone e, a volte, nemmeno faccio il bagno, chè mi scoccio a fare 3 passi io.
Eppure questa domenica ho deciso di far contenti tutti quelli che ogni volta che mi vedono non fanno altro che mostrare orrore per il mio colorito e ad implorarmi di "prendere colore" e sono andata al mare.Con mio cugino, uno dei miei migliori amici, che ha la casa al mare, in una delle zone che amo di più, ma questi son dettagli, chè io ci sarei andata comunque al mare, giuro.
Ecco.
Dopo essermi imbottita di crema, siamo scesi in spiaggia. Son rimasta a mollo per due ore rispondendo alle sfide di mio cugino, che non sa nuotare ma ogni volta dice a me che non son capace (io in piscina ci sono andata, purtroppo aggiungerei..) eeeeeeeee risultato: la protezione è andata a farsi benedire e mi son bruciata naso, zigomi e spalle.
E il bello è che gli amici erano tutti contenti, perchè avevo finalmente preso coloreeeeeee. ARAGOSTA? SERIOUSLY? Ero bellissima. -.-'
E oltre al danno c'è stata pure la beffa, perchè in un nanosecondo mi son riempita di lentiggini, che io odio, almeno su me stessa.
E così anche quest'anno ho avuto conferma di una verità per me già assodata: l'orario migliore per andare al mare è dalle sei in poi, ti becchi il tramonto, il sole non ti infastidisce e, soprattutto, non brucia e l'acqua è della temperatura perfetta ;)
E' da qualche anno che il mio rapporto col mare vacilla, non perchè non mi piaccia lui (sono in Sardegna, perbacco, del mare non mi posso proprio lamentare!), ma perchè il suo fido amico sole proprio non mi va giù. Mettici poi l'assemblamento di triliardi di persone in spiaggia e il gioco è fatto. Non è in cima alla classifica delle cose che amo di più. Ad ogni modo, ogni tanto mi capita di andarci, ma sto per tutto il tempo sotto l'ombrellone e, a volte, nemmeno faccio il bagno, chè mi scoccio a fare 3 passi io.
Eppure questa domenica ho deciso di far contenti tutti quelli che ogni volta che mi vedono non fanno altro che mostrare orrore per il mio colorito e ad implorarmi di "prendere colore" e sono andata al mare.
Ecco.
Dopo essermi imbottita di crema, siamo scesi in spiaggia. Son rimasta a mollo per due ore rispondendo alle sfide di mio cugino, che non sa nuotare ma ogni volta dice a me che non son capace (io in piscina ci sono andata, purtroppo aggiungerei..) eeeeeeeee risultato: la protezione è andata a farsi benedire e mi son bruciata naso, zigomi e spalle.
E il bello è che gli amici erano tutti contenti, perchè avevo finalmente preso coloreeeeeee. ARAGOSTA? SERIOUSLY? Ero bellissima. -.-'
E oltre al danno c'è stata pure la beffa, perchè in un nanosecondo mi son riempita di lentiggini, che io odio, almeno su me stessa.
E così anche quest'anno ho avuto conferma di una verità per me già assodata: l'orario migliore per andare al mare è dalle sei in poi, ti becchi il tramonto, il sole non ti infastidisce e, soprattutto, non brucia e l'acqua è della temperatura perfetta ;)
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sabato 18 agosto 2012
Quanto manca all'arrivo dell'autunno?
C'è chi d'inverno si lamenta che fa troppo freddo e d'estate che fa troppo caldo.
Io no. Io mi lamento d'estate che fa troppo caldo e faccio la danza della pioggia e del freddo e attendo con ansia l'arrivo dell'inverno.
Sia chiaro, il freddo lo soffro, ma faccio parte della schiera di coloro che pensano che, se senti freddo, ti puoi coprire sempre più, se fa caldo, invece, puoi spogliarti, ma fino ad un certo punto (e in ogni caso continuerai a sentir caldo).
D'estate sudi senza far nulla, puoi stare completamente ferma eppure una gocciolina di sudore scivola sempre, da qualche parte.
Non sarò tarata per vivere in Siberia probabilmente, ma in questo momento me ne starei volentieri in una baita di montagna a patire il freddo. Possibilmente con una copertina addosso e con un po' di raffreddore.
Son strana io, lo so. Ah, se proprio la baita fosse inarrivabile, preferirei ovviamente anche stare in un posto come questo, a patto che tiri un po' di vento fresco e il sole non sia fastidioso (come lo è nel 99% dei casi):
Villasimius, per inciso.
Buon sabato :)
Io no. Io mi lamento d'estate che fa troppo caldo e faccio la danza della pioggia e del freddo e attendo con ansia l'arrivo dell'inverno.
Sia chiaro, il freddo lo soffro, ma faccio parte della schiera di coloro che pensano che, se senti freddo, ti puoi coprire sempre più, se fa caldo, invece, puoi spogliarti, ma fino ad un certo punto (e in ogni caso continuerai a sentir caldo).
D'estate sudi senza far nulla, puoi stare completamente ferma eppure una gocciolina di sudore scivola sempre, da qualche parte.
Non sarò tarata per vivere in Siberia probabilmente, ma in questo momento me ne starei volentieri in una baita di montagna a patire il freddo. Possibilmente con una copertina addosso e con un po' di raffreddore.
Son strana io, lo so. Ah, se proprio la baita fosse inarrivabile, preferirei ovviamente anche stare in un posto come questo, a patto che tiri un po' di vento fresco e il sole non sia fastidioso (come lo è nel 99% dei casi):
Villasimius, per inciso.
Buon sabato :)
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lunedì 6 agosto 2012
Da lunedì inizio, tranquilli
Il lunedì si inizia sempre tutto. Qualsiasi cosa si rimanda sempre al lunedì. La scorsa settimana mio padre mi ha chiesto aiuto per un suo archivio clienti e io gli ho risposto: "Da lunedì inizio ad aiutarti."
Essendo tornata in Sardegna, a casa, per le vacanze, mia madre mi ha visto per tutta la scorsa settimana davanti al pc. "Ma non devi studiare?" "Mamma, ho finito gli esami il 27 di luglio, una settimana di relax mi spetta, no? Inizio a studiare da lunedì".
E son stata pure di parola, oggi ho riaperto i libri. Per ora ho fatto una pagina ma è già qualcosa.
Qua fa un caldo atroce, quel caldo che spesso non si riesce a sopportare nemmeno quando si è in spiaggia. Figuriamoci a casa, dove il mare posso vederlo solo googlandolo su internet.
Sono bianca da far paura - che poi sarebbe pure il mio colorito normale, ma nessuno dopo 24 anni è disposto ad accettarlo - e tutti non fanno altro che ribadirlo. Metto i pantaloncini corti, perchè fa troooooppo caldo per qualsiasi altro indumento - salvo restare in mutande - e le persone che mi vedono hanno facce sensibilmente sconvolte. Ho la pelle chiara, accidenti! Non mi vedrete mai scura, fatevene una ragione, grazie.
Che a me poi la tintarella di luna piace tanto.
Andare al mare per me spesso è più un incubo che un piacere. Spalmo la crema solare - protezione 50+, bimbi - prima di uscire di casa, chè se la metto in spiaggia s'attacca tutta la sabbia. Inizio a sudare seduta stante e la crema inizia a mostrare i primi segni di cedimento: i grumi. Forse ne metto troppa sì, ma i ricordi di quando da piccola mi ostinavo a non mettere la crema tornando poi a casa color aragosta e con la pelle tirante sono ancora troppo forti e indelebili. Dopo aver sudato che nemmeno con la sauna, arrivo al mare puntualmente non prima di mezzogiorno. Infatti siamo sempre fortunati e becchiamo il parcheggio quasi subito, perchè arriviamo all'ora di pranzo altrui, quindi c'è chi va via e c'è chi si prende il posto, noi.
Piazziamo l'ombrellone e io vado dove l'ombra va. La seguo come un cagnolino fedele segue il suo padrone. Ripeto, ricordi brucianti ancora indelebili.
Poi tento di prendere il sole: infilo le cuffie, accendo il lettore e tento di rilassarmi. Tempo 10 minuti inizio a sentire troppo caldo per i miei gusti. Mi giro. Altri 10 minuti e son già nuovamente sotto l'ombrellone. Dove fa caldo. L'insofferenza cresce. Voglio tornare a casa.
Probabilmente ho passato troppo tempo al mare da piccola, ora proprio non ce la posso fare.
Il problema è che in Sardegna abbiamo spiagge troppo belle, non posso mica barricarmi in casa e perdermi dei paesaggi così splendidi. E così ogni tanto vado al mare, mi lamento blablabla, prendo un gelato e torno a casa. Distrutta. Perchè meno faccio e più mi sento stanca. Però per certe spiagge vale proprio la pena :)
Essendo tornata in Sardegna, a casa, per le vacanze, mia madre mi ha visto per tutta la scorsa settimana davanti al pc. "Ma non devi studiare?" "Mamma, ho finito gli esami il 27 di luglio, una settimana di relax mi spetta, no? Inizio a studiare da lunedì".
E son stata pure di parola, oggi ho riaperto i libri. Per ora ho fatto una pagina ma è già qualcosa.
Qua fa un caldo atroce, quel caldo che spesso non si riesce a sopportare nemmeno quando si è in spiaggia. Figuriamoci a casa, dove il mare posso vederlo solo googlandolo su internet.
Sono bianca da far paura - che poi sarebbe pure il mio colorito normale, ma nessuno dopo 24 anni è disposto ad accettarlo - e tutti non fanno altro che ribadirlo. Metto i pantaloncini corti, perchè fa troooooppo caldo per qualsiasi altro indumento - salvo restare in mutande - e le persone che mi vedono hanno facce sensibilmente sconvolte. Ho la pelle chiara, accidenti! Non mi vedrete mai scura, fatevene una ragione, grazie.
Che a me poi la tintarella di luna piace tanto.
Andare al mare per me spesso è più un incubo che un piacere. Spalmo la crema solare - protezione 50+, bimbi - prima di uscire di casa, chè se la metto in spiaggia s'attacca tutta la sabbia. Inizio a sudare seduta stante e la crema inizia a mostrare i primi segni di cedimento: i grumi. Forse ne metto troppa sì, ma i ricordi di quando da piccola mi ostinavo a non mettere la crema tornando poi a casa color aragosta e con la pelle tirante sono ancora troppo forti e indelebili. Dopo aver sudato che nemmeno con la sauna, arrivo al mare puntualmente non prima di mezzogiorno. Infatti siamo sempre fortunati e becchiamo il parcheggio quasi subito, perchè arriviamo all'ora di pranzo altrui, quindi c'è chi va via e c'è chi si prende il posto, noi.
Piazziamo l'ombrellone e io vado dove l'ombra va. La seguo come un cagnolino fedele segue il suo padrone. Ripeto, ricordi brucianti ancora indelebili.
Poi tento di prendere il sole: infilo le cuffie, accendo il lettore e tento di rilassarmi. Tempo 10 minuti inizio a sentire troppo caldo per i miei gusti. Mi giro. Altri 10 minuti e son già nuovamente sotto l'ombrellone. Dove fa caldo. L'insofferenza cresce. Voglio tornare a casa.
Probabilmente ho passato troppo tempo al mare da piccola, ora proprio non ce la posso fare.
Il problema è che in Sardegna abbiamo spiagge troppo belle, non posso mica barricarmi in casa e perdermi dei paesaggi così splendidi. E così ogni tanto vado al mare, mi lamento blablabla, prendo un gelato e torno a casa. Distrutta. Perchè meno faccio e più mi sento stanca. Però per certe spiagge vale proprio la pena :)
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martedì 24 luglio 2012
Pioggia non far la stupida stasera
Adoro la pioggia. Adoro l'odore di terra bagnata che giunge pochi attimi prima ad avvertirti che di lì a poco pioverà (nel caso tu non abbia già notato l'inconfondibile grigiore del cielo, eh).
Adoro quando mi prende alla sprovvista. Non mi lamento mai se mi scombina i capelli (che tanto quelli si scombinano sempre e comunque -.-) o mi bagna la roba quasi asciutta stesa in balcone.
E' come una persona cara: anche se ti fa arrabbiare e te ne fa di tutti i colori, non riesci a tenerle il muso per più di qualche secondo.
Però, pioggia, (mi rivolgo direttamente a te, amica mia, TIENINE CONTO!) ti prego: oggi non rovinarmi la serata. Al di là del fatto che ci sarà il concerto di Patty Smith e io voglia avvicinarmi, almeno per sentire la sua voce dal vivo a pochi passi da me, qua il problema è un altro. E' che ogni giorno saluto qualche persona importante qua a Perugia che se ne va, com'è giusto che sia, che torna a casa a riabbracciare la famiglia e gli amici, la sua terra. E non ho niente in contrario, sebbene questi saluti mi gettino addosso tanta malinconia (ed è per questo che tu, pioggia, mi piaci, perchè sei malinconicamente bella). Però stasera parte una parte importante di me, che non so nemmeno se rivedrò al ritorno dell'estate o se dovrò salutare per l'ultima volta oggi. Perciò ti chiedo, per favore, di non rovinare questa serata. Dalle 22 in poi sentiti libera di combinare qualsiasi casino (mi perdoni questa brutta parola?), ma prima no. In nome della nostra ormai consolidata amicizia, fai la brava.
Sempre tua (forse, dipende da come ti comporti nelle prossime ore),
Laura
p.s. Nel caso, dalle 22 in poi potrei proprio aver bisogno di te, sai, per quella storia delle lacrime sotto la pioggia bla bla bla.
Adoro quando mi prende alla sprovvista. Non mi lamento mai se mi scombina i capelli (che tanto quelli si scombinano sempre e comunque -.-) o mi bagna la roba quasi asciutta stesa in balcone.
E' come una persona cara: anche se ti fa arrabbiare e te ne fa di tutti i colori, non riesci a tenerle il muso per più di qualche secondo.
Però, pioggia, (mi rivolgo direttamente a te, amica mia, TIENINE CONTO!) ti prego: oggi non rovinarmi la serata. Al di là del fatto che ci sarà il concerto di Patty Smith e io voglia avvicinarmi, almeno per sentire la sua voce dal vivo a pochi passi da me, qua il problema è un altro. E' che ogni giorno saluto qualche persona importante qua a Perugia che se ne va, com'è giusto che sia, che torna a casa a riabbracciare la famiglia e gli amici, la sua terra. E non ho niente in contrario, sebbene questi saluti mi gettino addosso tanta malinconia (ed è per questo che tu, pioggia, mi piaci, perchè sei malinconicamente bella). Però stasera parte una parte importante di me, che non so nemmeno se rivedrò al ritorno dell'estate o se dovrò salutare per l'ultima volta oggi. Perciò ti chiedo, per favore, di non rovinare questa serata. Dalle 22 in poi sentiti libera di combinare qualsiasi casino (mi perdoni questa brutta parola?), ma prima no. In nome della nostra ormai consolidata amicizia, fai la brava.
Sempre tua (forse, dipende da come ti comporti nelle prossime ore),
Laura
p.s. Nel caso, dalle 22 in poi potrei proprio aver bisogno di te, sai, per quella storia delle lacrime sotto la pioggia bla bla bla.
martedì 10 luglio 2012
Pensieri random
Girovagando sul web, leggendo post, tweets e così via ogni tanto, oltre a scoprire belle cose, mi accorgo che la gente è parecchio montata anche qua in Rete.
Sì, lo so, ho scoperto l'acqua calda.
Eppure rimango sempre sconcertata quando le persone mostrano un Ego sconfinato. Non so, sarà che io ho l'autostima sotto i piedi e non penso mai di fare qualcosa bene, figuriamoci di eccellere in qualcosa. Sarà invidia, può essere. Però mi mette parecchia tristezza vedere persone che si etichettano nei modi più improbabili per fare i "fighetti".
Prendiamo Twitter per esempio, che io stra-adoro. Ecco, ci sono certe bio azzeccatissime, che le leggi e pensi: "Cavoli, avrei voluto scriverla io una bio del genere!": sono originali, simpatiche, ironiche, utilizzano i 140 caratteri in modo ineffabile. Poi ci sono quelle bio che le leggi e pensi: "Ma quanto se la tira questo/a?!". Una delle etichette più in voga è quella di blogger. Hai appena aperto un blog, non sai ancora che piega prenderà, magari scrivi anche dei post parecchio banali eppure ti definisci blogger, perchè va di moda. LE PAROLE HANNO UN LORO PESO, SUVVIA. Perchè nel dire "Ho un blog" o "Sono una blogger" c'è differenza, tanta.
Vabbè, mi è venuta in mente questa cosa in un momento di sclero durante la preparazione degli esami :P Sarà che, come già detto, a me le etichette stanno strette e, per quanto mi riguarda, non vado oltre quella di "telefilmista anonima". :)
Buona giornata!
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telefilmista anonima,
twitter
sabato 7 luglio 2012
Me latitante
Buongiorno a tutti!
Eh sì, son stata un po' latitante in questo periodo :/ Purtroppo non è dipeso da me, ma dal disco del pc che ha deciso di abbandonarmi; ergo, son rimasta una settimana e più senza pc, connessione, file importanti e compagnia bella.
Iniziavo a dare segni di squilibrio ed insanità mentale ma ora che il mio Acerino è tornato a casa il problema si è rimarginato.
Rimane il fatto che ho una connessione pessima, ma a questo ormai sono abituata. E ormai tra meno di un mese torno a casa dove l'ADSL e le serie tv da recuperare mi aspettano!
Ma ora i miei libri chiamano ahimè, buon sabato :)
Eh sì, son stata un po' latitante in questo periodo :/ Purtroppo non è dipeso da me, ma dal disco del pc che ha deciso di abbandonarmi; ergo, son rimasta una settimana e più senza pc, connessione, file importanti e compagnia bella.
Iniziavo a dare segni di squilibrio ed insanità mentale ma ora che il mio Acerino è tornato a casa il problema si è rimarginato.
Rimane il fatto che ho una connessione pessima, ma a questo ormai sono abituata. E ormai tra meno di un mese torno a casa dove l'ADSL e le serie tv da recuperare mi aspettano!
Ma ora i miei libri chiamano ahimè, buon sabato :)
mercoledì 13 giugno 2012
Là sui monti con Annette
Buongiorno!
Eccomi qua, rientrata a Perugia dopo un lungo week-end trascorso lontano da tutto e (quasi) tutti.
Ho approfittato della comunione di mio cuginetto per staccare un po' dalla routine e, soprattutto, dai libri. E così, dopo aver dato due esami giovedì scorso (uno alle sette di sera, parliamone -.-'), son partita alla volta del bel paesino al confine tra Toscana ed Emilia.
Lo so, in questo periodo la zona non è molto gettonata, ma per fortuna non è successo niente di grave. Ho trascorso quattro giorni in mezzo al verde e a(parte de)lla mia famiglia.
Ecco, questo è uno scorcio del paese. Io stavo dai miei zii che abitano in cima alla montagna! Bellissimo, ovunque ti giri vedi solo verde, verde, verde. E capre.
E la notte non senti altro che il rumore del vento (ne ha tirato parecchio!), dei grilli...e delle capre, la mattina presto. Una pace dei sensi.
Nel paesino ci sono a malapena 900 anime, perciò quando abbiamo fatto un giro io e mia cugina siamo state subito notate! Il proprietario di una drogheria ci ha chiesto che ci facessimo là, e allora via con la spiegazione: famiglia, comunione, piccola vacanza :) Ci ha fatto pure lo sconto perchè sarde!
Caspita se ci vivrei.
Ora mi ritrovo di nuovo a Perugia, con la testa china sui libri, provando taaaanta nostalgia del relax :(
Ma passerà ;)
Eccomi qua, rientrata a Perugia dopo un lungo week-end trascorso lontano da tutto e (quasi) tutti.
Ho approfittato della comunione di mio cuginetto per staccare un po' dalla routine e, soprattutto, dai libri. E così, dopo aver dato due esami giovedì scorso (uno alle sette di sera, parliamone -.-'), son partita alla volta del bel paesino al confine tra Toscana ed Emilia.
Lo so, in questo periodo la zona non è molto gettonata, ma per fortuna non è successo niente di grave. Ho trascorso quattro giorni in mezzo al verde e a(parte de)lla mia famiglia.
Ecco, questo è uno scorcio del paese. Io stavo dai miei zii che abitano in cima alla montagna! Bellissimo, ovunque ti giri vedi solo verde, verde, verde. E capre.
E la notte non senti altro che il rumore del vento (ne ha tirato parecchio!), dei grilli...e delle capre, la mattina presto. Una pace dei sensi.
Nel paesino ci sono a malapena 900 anime, perciò quando abbiamo fatto un giro io e mia cugina siamo state subito notate! Il proprietario di una drogheria ci ha chiesto che ci facessimo là, e allora via con la spiegazione: famiglia, comunione, piccola vacanza :) Ci ha fatto pure lo sconto perchè sarde!
Caspita se ci vivrei.
Ora mi ritrovo di nuovo a Perugia, con la testa china sui libri, provando taaaanta nostalgia del relax :(
Ma passerà ;)
sabato 2 giugno 2012
Basta, mollo tutto e torno all'Isola che non c'è
Come ogni buon studente universitario che si rispetti, mi trovo ormai in pieno periodo pre-esami. Questo dovrebbe comportare, almeno per quanto mi riguarda, l'andare a dormire ad un orario decente in modo tale da potermi alzare presto la mattina senza avere un aspetto vagamente somigliante a quello di uno zombie. Levate pure il "vagamente".
Così, ieri notte, piena di buoni propositi, la nostra prode eroina si è posta un obiettivo: andare a letto alle 23, che, per inciso, per lei vuol dire andare a letto prestissimo, senza perdersi nei meandri di social networks, blog e altre insidie del web. E del suo hard-disk, in cui sono presenti parecchie puntate (vecchie, ahilei) dei più svariati telefilm, che l'accompagnano durante le sue notti d'astinenza dai telefilm più recenti.
La nostra eroina però, ve lo dico in partenza, ha fallito miseramente nel suo intento.
Ecco che appena chiude gli occhi, quando sono le 22.54 per la precisione (in certi casi la mia memoria funziona anche meglio di quella di Lexie Grey), ansie e preoccupazioni della giornata - e la sessione esami ormai alle porte - iniziano a comparire e vagare nella sua mente. Infila le cuffie e accende il lettore mp3, sperando invano che questi brutti pensieri scompaiano. Ma niente. Sembra che riescano a sovrastare persino la musica. E allora a quel punto l'eroina è costretta a spegnere anche il suo fedele compagno d'avventure, perchè troppe cose frullano nella sua testa e non riesce a sentire nulla. E allora tanto vale spegnere tutto, chè la batteria si consuma inutilmente.
L'eroina decide di accendere la luce e per un momento pensa che potrebbe mettersi a studiare. I libri di spagnolo giacciono proprio accanto al suo letto. Sembra di sentirli mentre dicono: "Aprici, Laura, aprici e studia. All'esame di spagnolo manca ormai poco!". Ma all'eroina queste bassezze non piacciono; così, per non dare soddisfazione ai suoi amici-nemici, preferisce ignorarli. Ma ecco che il suo sguardo cade per un attimo su un altro libro che giace sul comodino, un libro dall'aria molto più affabile e simpatica di quei saccenti ispanici. Si chiama Peter e Wendy. In un attimo, l'eroina si ricorda tutto: di essere stata nei giardini di Kensington, di essere rimasta chiusa là dentro oltre l'orario di apertura, quando i bimbi vanno via e Peter, le fate e altri buffi personaggi appaiono; si ricorda del suo arrivo all'Isola-che-non-c'è, delle avventure che ha vissuto là con il bambino che non vuole crescere mai. Ora sta nel mondo degli adulti, noiosi, sempre preoccupati, mai curiosi e che non ridono mai. La nostra eroina è decisa: vuole tornare tra i Bimbi Sperduti e gli Indiani e i Pirati. "Peter, insegnami di nuovo a volare e riportami all'Isola-che-non-c'è, ti prego".
Ebbene sì, alla veneranda età di 23 (quasi 24) anni mi ritrovo a leggere le avventure di Peter Pan. E, per inciso, non mi vergogno per nulla :)
Cresciuta a pane e film Disney, Peter è sempre stato uno dei miei personaggi preferiti. In realtà ero follemente innamorata di lui e speravo tanto che l'Isola esistesse davvero. Ma non si può aver tutto dalla vita, lo so.
La simpatia per Peter mi è rimasta, lo testimoniano il mio bracciale con il suo faccino stilizzato e l'immancabile cappello verde e la mia canotta con lui e Campanellino.
Così ieri, quando il mio buon proposito di andare a letto presto si è rivelato un totale fallimento, ho terminato la lettura di Peter Pan nei giardini di Kensington/ Peter e Wendy.
Dopodichè, i miei occhi imploravano pietà e chiedevano di spegnere tutto e dormire, ma il mio inconscio continuava a intralciare i miei piani.
Insomma, per farla breve, è stata una notte parecchio tormentata, e so per certo che le nottate a venire saranno tutte più o meno come questa appena trascorsa, perchè l'inizio della sessione esami per me significa solo due cose: ansia e insonnia.
Mannaggia a me!
Buon sabato/ 2 giugno a tutti :)
Così, ieri notte, piena di buoni propositi, la nostra prode eroina si è posta un obiettivo: andare a letto alle 23, che, per inciso, per lei vuol dire andare a letto prestissimo, senza perdersi nei meandri di social networks, blog e altre insidie del web. E del suo hard-disk, in cui sono presenti parecchie puntate (vecchie, ahilei) dei più svariati telefilm, che l'accompagnano durante le sue notti d'astinenza dai telefilm più recenti.
La nostra eroina però, ve lo dico in partenza, ha fallito miseramente nel suo intento.
Ecco che appena chiude gli occhi, quando sono le 22.54 per la precisione (in certi casi la mia memoria funziona anche meglio di quella di Lexie Grey), ansie e preoccupazioni della giornata - e la sessione esami ormai alle porte - iniziano a comparire e vagare nella sua mente. Infila le cuffie e accende il lettore mp3, sperando invano che questi brutti pensieri scompaiano. Ma niente. Sembra che riescano a sovrastare persino la musica. E allora a quel punto l'eroina è costretta a spegnere anche il suo fedele compagno d'avventure, perchè troppe cose frullano nella sua testa e non riesce a sentire nulla. E allora tanto vale spegnere tutto, chè la batteria si consuma inutilmente.
L'eroina decide di accendere la luce e per un momento pensa che potrebbe mettersi a studiare. I libri di spagnolo giacciono proprio accanto al suo letto. Sembra di sentirli mentre dicono: "Aprici, Laura, aprici e studia. All'esame di spagnolo manca ormai poco!". Ma all'eroina queste bassezze non piacciono; così, per non dare soddisfazione ai suoi amici-nemici, preferisce ignorarli. Ma ecco che il suo sguardo cade per un attimo su un altro libro che giace sul comodino, un libro dall'aria molto più affabile e simpatica di quei saccenti ispanici. Si chiama Peter e Wendy. In un attimo, l'eroina si ricorda tutto: di essere stata nei giardini di Kensington, di essere rimasta chiusa là dentro oltre l'orario di apertura, quando i bimbi vanno via e Peter, le fate e altri buffi personaggi appaiono; si ricorda del suo arrivo all'Isola-che-non-c'è, delle avventure che ha vissuto là con il bambino che non vuole crescere mai. Ora sta nel mondo degli adulti, noiosi, sempre preoccupati, mai curiosi e che non ridono mai. La nostra eroina è decisa: vuole tornare tra i Bimbi Sperduti e gli Indiani e i Pirati. "Peter, insegnami di nuovo a volare e riportami all'Isola-che-non-c'è, ti prego".
Ebbene sì, alla veneranda età di 23 (quasi 24) anni mi ritrovo a leggere le avventure di Peter Pan. E, per inciso, non mi vergogno per nulla :)
Cresciuta a pane e film Disney, Peter è sempre stato uno dei miei personaggi preferiti. In realtà ero follemente innamorata di lui e speravo tanto che l'Isola esistesse davvero. Ma non si può aver tutto dalla vita, lo so.
La simpatia per Peter mi è rimasta, lo testimoniano il mio bracciale con il suo faccino stilizzato e l'immancabile cappello verde e la mia canotta con lui e Campanellino.
Così ieri, quando il mio buon proposito di andare a letto presto si è rivelato un totale fallimento, ho terminato la lettura di Peter Pan nei giardini di Kensington/ Peter e Wendy.
Dopodichè, i miei occhi imploravano pietà e chiedevano di spegnere tutto e dormire, ma il mio inconscio continuava a intralciare i miei piani.
Insomma, per farla breve, è stata una notte parecchio tormentata, e so per certo che le nottate a venire saranno tutte più o meno come questa appena trascorsa, perchè l'inizio della sessione esami per me significa solo due cose: ansia e insonnia.
Mannaggia a me!
Buon sabato/ 2 giugno a tutti :)
lunedì 28 maggio 2012
There is a town in Maine..
Son riuscita a vedere la prima stagione di Once Upon A Time tutta per intero. Lo conoscete? E' un telefilm che rivisita le favole classiche più famose presentandoci tantissimi personaggi (da Biancaneve a Belle, passando per Pinocchio, Hansel e Gretel, Malefica e le altre streghe cattive, solo per citarne alcuni) , che si alternano tra il loro mondo magico e il nostro, più moderno e, per certi versi, più insidioso e pericoloso.
Per colpa di una maledizione di Regina (che sarebbe Grimilde, la strega di Biancaneve), tutti i personaggi si ritrovano nei giorni nostri, in una cittadina del Maine, chiamata Storybrooke. Nessun personaggio, fatta eccezione per Regina e pochi altri, ha ricordo della sua vita passata: e così troviamo Cappuccetto Rosso versione cameriera nella locanda della Nonna; il Grillo Parlante psicologo del paese e così via.
Il tempo non passa, è fermo alle 8.15..finché in città non arriva qualcuno che potrebbe rompere la maledizione e riportare tutti alle proprie vite.
E non sto a sciorinarvi tutta la trama, perché ODIO con tutte le mie forze chi lo fa, perciò mi limito a consigliarvi questo serial perché, a parer mio, merita davvero. Per chi fosse Lost-addicted, sappiate che gli autori di Once sono gli stessi di Lost, perciò. Io lo trovo molto originale e ben fatto; mi piace il modo in cui ogni episodio svela qualcosa di più di un determinato personaggio. Ho adorato l'episodio incentrato su Cappuccetto Rosso, ma in generale non c'è stato episodio che non mi sia piaciuto.
Once è stato rinnovato per una seconda stagione, purtroppo ancora deve essere girata, perciò fino almeno a settembre prossimo dovrò fare a meno di lui. Accidenti.
Comunque, se i vostri telefilm preferiti son terminati e siete alla ricerca di un nuovo serial da cui dipendere, Once fa al caso vostro ;)
There is a town in Maine. Where every story book character you’ev ever known is trapped between two worlds. Victims of a powerful curse. Only one knows the truth and only one can break her spell.
sabato 26 maggio 2012
Cerchi un posto o un lavoro?
Buongiorno! E buon sabato a tutte/i :)
Sorseggio un cappuccino di cui avrei fatto volentieri a meno - com'è che al bar è così buono e a casa (mia) no?! - e intanto approfitto di una connessione meno tartaruga del solito per scrivere questo post.
Mi spiace non riuscire ad essere costante :( Il problema è che per la maggior parte del tempo sto in facoltà, torno a casa e devo studiare e in più Internet è così lento che non riesco a caricare nulla. Per me che, tra le varie cose, sono Web-dipendente non è piacevole ;D
Ad ogni modo, ora eccomi!
Ieri, terminate le lezioni, si parlava con uno dei miei professori. Evidentemente in vena di distribuire sue perle di saggezza, ci ha raccontato un po' della sua vita, di come abbia iniziato a lavorare, delle occasioni che ha avuto e che ha saputo cogliere e così via. A parte la fortuna pazzesca (ha lavorato e lavora con alcune delle più importanti aziende italiane e non), mi ha sorpreso una domanda che ci ha fatto. O meglio, che il suo primo datore di lavoro gli ha posto:
"Ma tu cerchi un posto o un lavoro?".
Oggi c'è qualcuno che porrebbe una domanda del genere?
Mi ha fatto pensare. Soprattutto perché è una cosa a cui io ho sempre pensato: voglio dire (e l'ho già detto, in un post di non ricordo quando xD), io son dell'idea che per ora studio qualcosa che mi piace e in futuro cercherò prima di tutto un lavoro, qualcosa che mi piaccia veramente e che mi farebbe alzare dal letto ogni mattina con tanta carica, passione ed energia. Solo in un secondo momento potrei cercare un posto qualsiasi, ma mai mettendo da parte sogni e passioni, che, per me che son taaanto pigra, son l'unico motore in grado di mettermi in movimento. So che è difficile trovare il lavoro dei nostri sogni e che, nella maggioranza dei casi, il lavoro sarà fonte di frustrazione e dispiaceri. Ma c'è ancora chi, come il professore, mi dà speranza e mi assicura che, se si ha una vocazione, una passione vera, prima o poi la si riuscirà a seguire e coltivare.
Io al di fuori dell'università ho tanti interessi e, soprattutto, non mi permetto di essere snob davanti a certe mansioni. Certo, dopo aver studiato per più della metà della mia vita, sarebbe un peccato lavorare in un campo tanto lontano dai miei studi, ma non è detto che non sia un lavoro comunque interessante e stimolante, no?
L'unica certezza al momento è lo studio. Dopodiché sarò pronta a tutto, anche a reinventarmi, se necessario. D'altronde, ho scelto un settore in cui le professioni non sono per niente definite :)
Mi piacerebbe stare vicino ai libri, al cinema. Ma ogni giorno scopro passioni nuove e nuove strade si dipanano. E credo una cosa: un po' di ottimismo, anche in tempi come questi in cui ci troviamo a (soprav)vivere, non guasta ;)
Buona giornata!
lunedì 14 maggio 2012
Maggio, cattivo maggio
Odio il mese di maggio, troppe cose da fare e troppo poco tempo per farle.
E allora ecco che da grandi responsabilità derivano grandi mal di testa.. ed io col mal di testa in questi giorni ci vado proprio a braccetto!
Questo fine settimana sono stata a Torino, per il matrimonio di mia cugina. Occasione perfetta per riabbracciare tutta la famiglia :') Però è stato un viaggio massacrante! Treno per Roma, pullman per Fiumicino, aereo per Torino e macchina per il paese dei miei zii. Andata e ritorno. Ora mi ritrovo in questo lunedì mattina, un po' bradipo e un po' zombie, che non capisco nulla, mi mandano da una parte all'altra per un lavoro che devo fare e penso solo a quando, stasera, potrò finalmente tornare a dormire!! Non ce la posso fare, ahimè, son troppo pigra.
Aspetto positivo: mia sorella mi ha portato le ultime puntate di Once, perciò mi son potuta rimettere alla pari almeno con questo telefilm. Degli altri meglio non parlare, sto cercando in tutti i modi di evitare gli spoiler.
Ora aspetto che la mia pasta finisca di cuocere, che tipo tra mezzora devo essere in facoltà.
Buona giornata :)
E allora ecco che da grandi responsabilità derivano grandi mal di testa.. ed io col mal di testa in questi giorni ci vado proprio a braccetto!
Questo fine settimana sono stata a Torino, per il matrimonio di mia cugina. Occasione perfetta per riabbracciare tutta la famiglia :') Però è stato un viaggio massacrante! Treno per Roma, pullman per Fiumicino, aereo per Torino e macchina per il paese dei miei zii. Andata e ritorno. Ora mi ritrovo in questo lunedì mattina, un po' bradipo e un po' zombie, che non capisco nulla, mi mandano da una parte all'altra per un lavoro che devo fare e penso solo a quando, stasera, potrò finalmente tornare a dormire!! Non ce la posso fare, ahimè, son troppo pigra.
Aspetto positivo: mia sorella mi ha portato le ultime puntate di Once, perciò mi son potuta rimettere alla pari almeno con questo telefilm. Degli altri meglio non parlare, sto cercando in tutti i modi di evitare gli spoiler.
Ora aspetto che la mia pasta finisca di cuocere, che tipo tra mezzora devo essere in facoltà.
Buona giornata :)
sabato 28 aprile 2012
Son viva
Buonasera!
Come succedeva col mio vecchio buon diario, amico di vecchia data caduto in semi-disgrazia con l'avvento di Internet (ma ogni tanto resuscita, il poveretto), ecco che mi ritrovo ad essere scostante anche col blog. E' che qua a Perugia sono giorni un po' febbricitanti!
Eh si, perché mercoledì è iniziato l'International Journalism Festival 2012, imperdibile sia per gli addetti ai lavori sia per gli appassionati di giornalismo, web, twitter, nuovi media e compagnia bella (come direbbe il giovane Holden).
Ho seguito alcuni panels tra ieri e oggi (gli altri giorni le lezioni non permettevano -.-'), che mi hanno trasmesso una carica e un entusiasmo che non provavo da tempo. Ve ne parlerò nei prossimi giorni, postando anche qualche foto. Al momento, son costretta a lasciare questo post fugace e tornare sui libri, che, ahimé, anche aprile è ormai agli sgoccioli O.ò
Buona serata a tutti!
Come succedeva col mio vecchio buon diario, amico di vecchia data caduto in semi-disgrazia con l'avvento di Internet (ma ogni tanto resuscita, il poveretto), ecco che mi ritrovo ad essere scostante anche col blog. E' che qua a Perugia sono giorni un po' febbricitanti!
Eh si, perché mercoledì è iniziato l'International Journalism Festival 2012, imperdibile sia per gli addetti ai lavori sia per gli appassionati di giornalismo, web, twitter, nuovi media e compagnia bella (come direbbe il giovane Holden).
Ho seguito alcuni panels tra ieri e oggi (gli altri giorni le lezioni non permettevano -.-'), che mi hanno trasmesso una carica e un entusiasmo che non provavo da tempo. Ve ne parlerò nei prossimi giorni, postando anche qualche foto. Al momento, son costretta a lasciare questo post fugace e tornare sui libri, che, ahimé, anche aprile è ormai agli sgoccioli O.ò
Buona serata a tutti!
domenica 22 aprile 2012
“You should date a girl who reads"
Uno dei motivi per cui maggiormente adoro il web è che, girovagando, puoi sempre imbatterti in qualche "tesoro" (Si, trovi anche tante cretinate, ma sono le normali controindicazioni, presenti in ogni cosa).
Poco fa una mia amica ha pubblicato su Facebook uno stato, una citazione di una certa Rosemarie Urquico (che dovrebbe essere una scrittrice, ma non la conosco, perciò potrei anche sbagliarmi), che a momenti mi faceva piangere come una fontana. E' un inno alle ragazze-donne che amano leggere. Io personalmente dedicherei tutto il mio tempo alla lettura, impegnata o meno. Mi piace viaggiare con la mente e l'immaginazione, e i libri te lo permettono magicamente.
In effetti, oltre a risolvere i miei problemi di telefilmista anonima, dovrei risolvere anche quelli di bookaholic (si dirà così? Non ne ho idea!). Anche quando sono in viaggio da qualche parte, non riesco a passare davanti ad una libreria e far finta di niente. DEVO entrare. E solitamente non riesco a fare a meno di comprare almeno un libro. Però, tra tutte le dipendenze esistenti, credo che questa sia accettabile, no?
Comunque, ecco qua il testo della Urquico, della quale, pur non conoscendola, mi sono follemente innamorata. Ci sono quegli scrittori, che quando li leggi, sembra che parlino di te. Ecco, io in questo testo mi ci rispecchio tanto. Eccolo tutto per voi :)
Una ragazza che legge
Dai un appuntamento ad una ragazza che
legge.
Dai un appuntamento a una ragazza che
spende il suo denaro in libri anziché in vestiti. Lei ha problemi di
spazio nell’armadio perché ha troppi libri. Dai un appuntamento ad una
ragazza che ha una lista di libri che vuole leggere, che ha la tessera della
biblioteca da quando aveva dodici anni. Trova una ragazza che legge.
Saprai che lo fa perché avrà sempre un libro ancora da leggere nella sua
borsa.
E’ quella che guarda amorevolmente sugli
scaffali di una libreria, quella che tranquillamente emette un gridolino quando
trova il libro che vuole. La vedi odorare stranamente le pagine di un vecchio
libro in un negozio di libri di seconda mano?
Questo è il lettore. Non può resistere
dall’odorare le pagine, specialmente quando sono gialle.
Lei è la ragazza che legge mentre
aspetta in quel caffè sulla strada. Se dai una sbirciatina alla sua tazza, la
sua panna non proprio fresca galleggia in superficie perché lei è già assorta.
Persa nel mondo dell’autore. Siediti. Potrebbe darti un’occhiataccia, poiché la
maggior parte delle ragazze che leggono non amano essere interrotte.
Chiedile se le piace il libro. Offrile un’altra tazza di caffè. Falle sapere ciò che tu davvero pensi di
Murakami. Vedi se sta leggendo il primo capitolo di Fellowship. Cerca di capire
che se dice che ha compreso l’Ulisse di Joyce, lo sta solo dicendo
perché suona intelligente.
Chiedile se ama Alice o se vorrebbe
essere Alice. E’ semplice dare un appuntamento ad una
ragazza che legge. Regalale libri per il suo compleanno, per Natale e gli
anniversari. Falle il dono delle parole, in poesia, in musica.
Regalale Neruda, Pound, Sexton, Cummings.
Falle sapere che tu comprendi che le
parole sono amore. Capisci che lei sa la differenza che c’è fra i libri e la
realtà ma che per dio, lei sta cercando di rendere la sua vita un poco simile
al suo libro preferito.
Se lo fa, non sarà mai colpa tua. Ha bisogno
di essere stuzzicata in qualche modo. Mentile. Se comprende la sintassi,
capirà che hai la necessità di mentirle. Oltre le parole, ci sono altre cose:
motivazione, valore, sfumature, dialogo. Non sarà la fine del mondo. Deludila. Perché
una ragazza che legge sa che il fallimento conduce sempre al
culmine. Perché le ragazze come lei sanno che tutto è destinato a
finire. Che tu puoi sempre scrivere un seguito. Che puoi iniziare ancora e
ancora ed essere nuovamente l’eroe. Che nella vita si possono incontrare una o
più persone negative. Perché essere spaventati da tutto ciò che tu non sei? Le ragazze che
leggono comprendono che le persone, come i caratteri, si evolvono. Eccetto che
nella serie di Twilight.
Se trovi una ragazza che legge, tienitela
stretta.
Quando la trovi alle due di notte
stringere un libro al petto e piangere, falle una tazza di the e abbracciala.
Potresti perderla per un paio d’ore ma tornerà sempre da te. Lei parla come se
i personaggi del libro fossero reali perché, per un po’, lo sono sempre. Chiedile la mano su una mongolfiera. O
durante un concerto rock. O molto casualmente la prossima volta che lei sarà
malata. Mentre guardate Skype. Le sorriderai apertamente e
ti domanderai perché il tuo cuore ancora non si sia infiammato ed esploso nel
petto. Scriverete la storia delle vostre vite, avrete bambini con strani nomi e
gusti persino più bizzarri. Lei insegnerà ai bimbi ad amare Il Gatto e il
Cappello Matto e Aslan, forse nello stesso giorno. Camminerete insieme
attraverso gli inverni della vostra vecchiaia e lei reciterà Keats sottovoce,
mentre tu scrollerai la neve dai tuoi stivali.
Dai un appuntamento ad una ragazza che
legge perché te lo meriti. Ti meriti una ragazza che possa darti la più
variopinta vita immaginabile.
Se tu puoi solo darle monotonia e ore
stantie e proposte a metà, allora è meglio tu stia da solo. Se vuoi il mondo e
i mondi oltre ad esso, dai un appuntamento ad una ragazza che legge.
O, ancora meglio, dai un appuntamento ad
una ragazza che scrive.
Rosemarie Urquico
sabato 21 aprile 2012
Che canini grandi che hai, Gotye
Eccomi qua, di sabato sera, a non fare un beneamato tubo, a studiare e girovagare (ma solo un po') sul web.
La domanda da un milione di dollari di oggi per me è: perchè noi ragazze ci facciamo un sacco di pippe mentali appena conosciamo un ragazzo? Bah, cioè io, ad esempio, viaggio proprio. Non dico che appena gli stringo la mano immagino me, lui e i nostri nipotini intorno al fuoco, però ci vado vicino! :D Comunque, è innegabile. Noi facciamo certi viaggi che se fossero "misurabili" a questo punto altro che 1000miglia Alitalia. Altro che George Clooney, che in Tra le nuvole ambisce al club dei dieci milioni di miglia. Pfff.
Avete mai visto La verità è che non gli piaci abbastanza? Ecco, questo film - e il libro da cui è tratto - dovrebbe essere una Bibbia per noi (salvo poi smentirsi nel finale, ma vabbè).
“E la regola dice che se un uomo non ti chiama, è perché non vuole chiamarti. Se ti tratta
come se non gliene fregasse un cazzo, è perché non gliene frega un cazzo. Se ti tradisce, è
perché non gli piaci abbastanza”. Non esistono uomini spaventati, confusi, disillusi. Non
esistono uomini tragicamente segnati dalle passate esperienze, bisognosi d’aiuto, bisognosi di
tempo. Gli uomini si dividono indue categorie soltanto: Quelli che ti vogliono. E Quelli che non
ti vogliono. Tutto il resto è una scusa. E Tu, Tu Donna, di mestiere fai l’avvocato, la
commessa, la cameriera, l’insegnante, la casalinga, la commercialista, la modella, la
ragioniera, l’attrice, la studentessa. Non la crocerossina. Quindi. Aspetta che sia lui a
chiederti di uscire. Perché va bene la parità dei sessi, le quote rosa, e l’eguaglianza dei diritti.
Ma i tempi non sono poi così cambiati. Gli uomini restano pur sempre dei cavernicoli, sia
pure incravattati, e come tali adorano il sapore della conquista. Tieniti lontana dagli uomini
sposati. Non lasceranno la moglie per te. Meno che mai lasceranno i figli per te. E non credere
alla storia dell’amica della sorella di tua cugina, appena convolata a nozze con quello
divorziato. Tu non sei l’eccezione. Tu sei la regola. Al bando quelli che ti costringono ad
aspettare ore accanto ad un telefono che non suona. Non hanno perso il tuo numero. Non
hanno investito un cane. Non hanno appena scoperto di avere un tumore alla prostata.
Probabilmente sono al telefono con un’altra. Oppure sono gay. Fanculo quelli che non
declinano i verbi al futuro. Non sono analfabeti. Semplicemente non vogliono impegnarsi.
Perché non gli piaci abbastanza. Li riconosci facilmente. Girano con un cartello appeso al
collo, e la scritta: “Ci stiamo frequentando”. Quando la senti, scappa. Non consumare le tue
belle scarpe nuove (e neppure quelle vecchie) per correre dietro un uomo che non ti vuole.
Usale, piuttosto, per prenderlo a calci in culo. Impara l’arte dell’essere donna. Impara l’arte
di ottenere dagli uomini quello che desideri, non sbattendo i piedini, ma facendogli credere
che siano stati loro a decidere. Impara a scegliere, invece che essere scelta.”
Io razionalmente tengo sempre a mente il discorso di Alex, ma quando m'invaghisco di qualcuno (il che capita, ahimè, di continuo, ho l'innamoramento facile io) ciao, mando tutto all'aria. Perchè è vero che, se un ragazzo non chiama, noi, prima di rassegnarci all'idea che non gli piacciamo abbastanza, elaboriamo una miriade di scuse possibili. "Ha perso il numero." "Sarà sommerso di lavoro, appena avrà un po' di tempo mi chiamerà" e così via.
Cioè, saremmo molto più serene, a mio parere, se anzichè dar sfogo alla nostra fantasia accettassimo la (dura) realtà. Perchè noi non siamo l'eccezione, siamo la regola.
E poi, la storia "dell'amica della cugina della sorella di mia zia" mi fa morire. Quant'è vera!!:)
Questo è quanto, volevo solo condividere con voi l'Alex-pensiero.
Ah, questa è la mia ultima fissazione: Somebody that I used to know di Gotye (che tra l'altro non è nemmeno da buttar via, con quegli occhi verdissimissimi e quelle labbra sottili alla Gael Garcia Bernal). L'unica cosa che volevo sapere è questa: solo io rimango a fissare per tutto il video i suoi denti, e in particolare i canini? Ditemi di no, dai.
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